Luco dei Marsi. “Un attacco gravissimo e senza precedenti, l’estremo tentativo di dare prova di esistenza in vita di un circolo, ma meglio sarebbe dire di gruppuscolo, perché è noto come i due-tre elementi che, di fatto, sono gli artefici del pressoché totale annientamento di quella che era una storica sezione, siano gli stessi da cui discende la nota diramata contro la nostra Amministrazione, e gli stessi che stanno facendo danni esponenziali al Pd locale e regionale”. Arriva a stretto giro la risposta della sindaca Marivera De Rosa all’attacco frontale del circolo Pd di Luco dei Marsi, che ha rivolto alla sindaca e agli amministratori accuse tanto gravi quanto vaghe.
“É evidente, nell’ottica e nelle dinamiche del locale Pd, ormai mero strumento padronale, che quel documento, per quanto a firma del segretario del circolo, è espressione di un gruppetto ormai disintegrato dalla realtà”, sottolinea la sindaca de Rosa, “un gruppetto che, di questo scomposto e imbarazzante intervento, senza né capo né coda, grondante accuse infamanti, oltre che ipocrisia e luoghi comuni, si assumerà tutte le responsabilità nelle sedi deputate e dinanzi alla cittadinanza. I lavoratori che citano, intanto, non solo hanno avute soddisfatte le aspettative come richiesto e anzi più consistente, dato che, a differenza di altri, abbiamo persino provveduto a rivalutare il fondo disponibile, fermo da oltre dieci anni”.
“Nella nota diramata dal circolo Pd “Amadoro”, si parla di “rispetto di tutti gli altri soggetti”. Di tale rispetto hanno ben memoria tanti luchesi, che del loro operato hanno idea chiara, come delle dinamiche create da certi esponenti di detto Circolo dentro al Comune”, continua la sindaca Marivera De Rosa, “riguardo alle deliranti, infondate e incomprensibili insinuazioni su “collusioni, clientelismo, etc., ne risponderanno nelle competenti sedi, del resto sarebbe troppo sperare che ne rispondano alle proprie coscienze. Riguardo alla “condanna” che mi si imputa, intanto siamo nel campo civilistico e, come avrebbero dovuto sapere, la vicenda è tuttora in divenire, dato che abbiamo depositato opposizione al decreto del giudice. Quanto alle spese legali per difendere la dignità delle persone e l’onore dell’Istituzione, circa 2mila euro, si rassicurino: con il taglio delle indennità cui ci siamo sottoposti sin dall’inizio del mandato, la collettività ha risparmiato a oggi circa 60mila euro, che saranno il doppio alla fine del nostro mandato. Taglio delle indennità di cui non si ha traccia in altre passate amministrazioni, condotte quelle sì, con autoritarismo, per le quali la collettività luchese si interroga più spesso in merito ai milioni di euro sperperati in progetti senza esito, come il centro polivalente abbandonato a sé stesso, o le iniziative a senso unico che vedevano i luchesi quale ultima ruota del carro, che hanno causato in passato una profonda distanza tra i cittadini e una parte politica, come anche tra i cittadini e la vita dell’amministrazione, tutti guasti con cui ho dovuto misurarmi, in aggiunta alla normale amministrazione e alle emergenze straordinarie”.
“I risultati, oggi, sono sotto gli occhi di tutti”, specifica la sindaca marsicana, “di questo gruppetto (trio?) di ultimi “giapponesi nella giungla” non abbiamo avuto notizia neanche durante la fase acuta della pandemia, tempo in cui un apporto di vicinanza alla popolazione sarebbe stato più che doveroso e utile, e neanche in tutte le altre circostanze in cui la buona politica sarebbe stata necessaria. Ma vero è che accostare “buona politica” a costoro è veramente un affronto, nei riguardi soprattutto di chi, nell’amministrazione come nell’associazionismo cittadino, fa l’unica politica che conta, quella intesa come cura della Polis, vicina alle persone e al servizio di esse. Quell’altra, quella che evidentemente ispira certe sconcertanti esternazioni, che sono già scelte, è quella prona agli interessi ristretti di qualcuno, che conta ancora di mantenere il suo triste e lacero pezzettino di potere “vecchio stile” riempiendosi la bocca di farneticazioni sui massimi (minimi) sistemi, e di andare avanti a chiacchiere e distintivo”.
“Quanto al resto”, continua la De Rosa, “le uniche divisioni sono sorte quando, con il coraggio e il senso di responsabilità cui sono stata chiamata quale guida del paese, ho dovuto riparare i guasti creati da “Qualcuno”, che magari oggi blatera di “polemiche pubbliche con i sindacati, etc.”, e magari è stato tra i fautori dell’abbandono di strutture che, da beni della collettività, erano stati trasformati, non si capisce bene perché, in beni in uso esclusivo a questo o quel gruppo. Non ho fatto “polemiche”, ma battaglie a favore della collettività, per lo più contro difese oltranziste di posizioni e privilegi personali o di gruppi ristretti. E anche in questo caso i fatti, che non si lasciano cambiare dalle chiacchiere, sono sotto gli occhi di tutti. Quanto alla mia uscita dal partito, oggi posso dire che è per me un punto d’onore. Scrivono, questi poco credibili Catoni, “Abbiamo più volte chiesto, anche su altri argomenti, il rispetto delle regole legali e morali e il rispetto della nostra storia su questo tema, in risposta il sindaco ci ha comunicato la sua uscita dal partito”. Ebbene”, commenta la sindaca, “mi dolgo della mia delicatezza, che mi ha portata a non pubblicizzare il fatto, per mal riposto rispetto in persone con cui ho condiviso una storia che, è evidente, nessuno può strapparmi ma che di certo loro, e da tempo ormai, non rappresentano più. La mia uscita dal partito è nata dall’ostinazione con cui, un Segretario regionale e i suoi padrini locali, con cecità assoluta, decisero che Luco dei Marsi non poteva avere una candidatura forte per la Provincia, in quanto l’assessore luchese che, per esperienza, avrebbe dovuto rappresentarci, non era loro gradito. Sostennero, malgrado le mie argomentazioni, altre persone, amministratori di altri paesi, ma soprattutto persone che, all’indomani della vittoria riportata con i voti del PD, sciamarono in tutt’altro gruppo, che, pur rispettabilissimo, poco ha a che fare con la tanto decantata storia e i valori del circolo “Amadoro”. Cornuti, mazziati, e col buon gusto di tacere? Ovviamente no”, spiega la Sindaca, “in quella circostanza, il Segretario regionale Fina e i papaveri del partito locale (hanno vinto pure lì…) si erano premurati di invocare misure contro di me per “aver osato” contraddire il loro disegno che, come volevasi dimostrare, è risultato, per la nostra collettività, perdente”.
“É storia nota”, rimarca la sindaca De Rosa, “di come ben altre compagini abbiano operato e prosperato tramite quella politica di divisioni che “Qualcuno” oggi stigmatizza ma di cui, ed è evidente in ambito locale ma anche oltre, è primo artefice e causa. E parliamo proprio di quelli che oggi scrivono di “collusione, pratiche clientelari, etc.”, imputandole alla nostra Amministrazione senza alcun fondamento, al solo scopo di avvelenare i pozzi e confondere le persone. La nostra comunità, in tutte le sue componenti, sa del dialogo, della comunicazione costante, della volontà di rinsaldare la coesione, sempre con lo sguardo al bene comune, che non può ridursi al vantaggio per pochi, e sempre nella logica della trasparenza e della correttezza, che mi animano e animano la mia squadra, e lo avrebbe saputo anche qualche consigliere la cui attività, oltre che a contorno alle scellerate scelte operate da quello che resta del circolo “Amadoro”, risulta non pervenuta”.
“Agli usurpatori – con vari mezzi – della storia del circolo PD luchese: voi affermate di “non chiedere le mie dimissioni” (E perché dovreste? Perché non vi si è lasciato governare il paese dietro le quinte?…). Sono io, invece, che dico a voi: orditele, a danno dei cittadini, che oggi vedono realizzate e in realizzazione tante e tali opere attese da venti anni. fatelo, e assumetevene la responsabilità morale dinanzi alla comunità”, rimarca la sindaca, “sono io che chiedo a voi e a chi vi rappresenta a livello regionale, quel Michele Fina originario di Luco, di cui ricordiamo solo le inutili (per la popolazione luchese) passerelle con i referenti dei palazzi romani, e Piacente, vostro amico e segretario provinciale, di fare non uno, bensì dieci passi indietro, considerare conclusa la vostra esperienza – ormai devastata e devastante, come testimoniano anche le ultime vicende – e permettere al circolo PD di Luco dei Marsi e agli altri circoli che il vostro operato e le vostre scelte subiscono, di tornare a rinascere, ma veramente e non solo come uno di quei triti slogan tanto cari alle mummie della vecchia politica, quella sì clientelare a avvilente di ogni spinta democratica e partecipativa”. “Quanto all’opposizione”, continua la sindaca de Rosa, “dobbiamo riconoscerle, al contrario di quanto asserito dal PD locale, di aver svolto, finora, il proprio ruolo in modo fermo, costruttivo e responsabile, ponendosi, nel rispetto delle diverse posizioni, come serio interlocutore, al contrario di chi per primo avrebbe dovuto sostenere il lavoro degli amministratori. Una cosa è certa”, conclude Marivera De Rosa, “la nostra amministrazione è in costante ascolto di tutte le componenti, altamente inclusiva, nel rispetto di tutte le differenze e specificità, così come lo è stata pure, finora, nei confronti di chi oggi ricopre di gravissime accuse e insulti altamente lesivi delle dignità e della reputazione amministratori e funzionari, impegnati ogni giorno a rendere il Comune sempre più una casa di vetro, trasparente, cosa che non si è certo potuta dire in altri tempi della storia del nostro paese”.