Canistro. Subito dopo le dichiarazioni dell’imprenditore Camillo Colella, patron della Santa Croce, relative all’imbottigliamento dell’acqua minerale che sgorga dalla fonte Fiuggino, il sindaco di Canistro, Angelo Di Paolo, ha convocato un tavolo di crisi con l’assessore competente Ugo Buffone e altri consiglieri per fronteggiare la situazione.
All’esito dell’incontro ha inoltrato un atto formale al Servizio risorse del territorio e Attività estrattive della Regione Abruzzo, alla Asl, al Nas e alla Procura della Repubblica in quanto la società Santa Croce, secondo il Comune, non può imbottigliare acqua né dalla fonte Sant’Antonio Sponga (non essendone più concessionario) né da Fiuggino, da ben 10 anni non sfruttata a causa della bassissima portata.
“Ciò costituisce un abuso”, affermano il sindaco e l’assessore, “in quanto la società non ha mai ottenuto ed anzi non ha mai richiesto al Comune le autorizzazioni relative alle infrastrutture di captazione e canalizzazione previste dall’articolo 55 della legge regionale di settore per portare l’acqua dalla fonte Fiuggino allo stabilimento. La sorgente Fiuggino, come già accertato nel sopralluogo effettuato alla presenza dei soggetti titolati in data 28 febbraio 2017 (e successivi), non ha mai avuto e non ha tuttora una portata sufficiente per essere sfruttata, tanto che, riporta il documento, si paventa che la Santa Croce nei giorni passati abbia effettuato lavori abusivi al fine di convogliare la poca acqua proveniente dalla sorgente Fiuggino alla condotta che canalizza l’acqua proveniente dalla sorgente Sant’Antonio Sponga allo stabilimento della società Santa Croce, ex concessionaria”.
Nella nota si aggiunge che fonte Fiuggino non è mai stata sfruttata industrialmente per uso alimentare ed appare pertanto altamente probabile che l’acqua attualmente imbottigliata dalla Società Santa Croce nello stabilimento di Canistro sito in Piana Paduli sia il risultato della commistione di due tipologie differenti di acque provenienti da due diverse fonti: quella della Sorgente Fiuggino e quella della Sorgente Sant’Antonio Sponga.
Gli avvocati Salvatore Braghini e Renzo Lancia, che seguono la vicenda in queste ore concitate con il sindaco, precisano che “la situazione è gravissima e reclama un intervento delle Autorità competenti debitamente avvisate delle violazioni in corso; in particolare si ritiene necessario l’intervento della Procura della Repubblica al fine di verificare la sussistenza di figure di reato, come l’abuso di edificazione di condutture idriche in assenza dei relativi permessi amministrativi, la frode ai consumatori, la captazione e lo sfruttamento illecito di acqua pubblica”.
“Le dichiarazioni di Colella relative alla sorte dei 75 lavoratori”, continua il sindaco, “ancora una volta dissimulano la realtà dei fatti, in quanto proprio con la gestione di quest’ultimo il numero di lavoratori è stato drasticamente ridotto mediante il ricorso sistematico alla cassa integrazione negli ultimi 9 anni. Da ultimo non è affatto vero come dichiarato da Colella che la Norda spa sarebbe decaduta dalla concessione, vero è che i Tribunali competenti hanno sentenziato finora la legittimità della decadenza della Santa Croce e, di contro, la piena legittimità dell’aggiudicazione della Norda, che, infatti, prosegue l’iter delle attività di sua competenza collaborando fattivamente con Regione e Comune per rilanciare con le dovute garanzie per lavoratori e ambiente lo sviluppo del territorio dell’intera Valle Roveto”.