Avezzano. Sbagliare umano, ma perseverare è diabolico. E’ evidente come questa locuzione latina, elevata nei secoli a vero e proprio monito da tenere a mente prima di compiere un fatto, debba essere sfuggita all’apparato comunicativo della Regione Abruzzo che ieri sera si è reso protagonista di un clamoroso scivolone, anche un po’ maldestro a dirla tutta. Sono settimane critiche per le nostre quattro province, lo sappiamo, e il passaggio in zona rossa, preceduto da dichiarazioni quantomeno interpretabili del presidente Marco Marsilio, avrebbe dovuto lasciare intendere che il dosare le parole e i concetti da esprimere è, ora più che mai, di estrema importanza.
“Avremmo potuto, con un po’ di paraculaggine, stare zitti fino a venerdì e magari poi protestare, ma abbiamo pensato prima alla salute dei cittadini, e contiamo molto sulla collaborazione di tutti“. Era il 16 novembre e il governatore Marsilio annunciava l’imminente ingresso in zona rossa con queste parole. Ora, tralasciando il valore espresso dall’affermazione che suggerirebbe quasi un favore che stiamo ricevendo, è facile immaginare come le reazioni di gran parte dei cittadini abruzzesi, specialmente di quelli residenti nelle aree interne, non sia stata così esaltante.
In molti hanno giudicato inopportune alcune parole (“paraculaggine“…perché? per cosa?) e alcuni concetti. “Abbiamo pensato prima alla salute dei cittadini“, in particolar modo, non è andato giù a chi, da tre mesi a questa parte, lamenta ritardi e confusione nella gestione dell’emergenza, oltre che l’assenza di una strategia precisa e chiara per prevenire il peggio della seconda ondata. Che, a scanso di equivoci, ci sarebbe stata indipendente dal miglior piano attuabile. L’onestà intellettuale impone sottolinearlo.
Ma perché condividere, tramite il profilo social pubblico della Regione Abruzzo, un servizio di una trasmissione televisiva – andato in onda un paio di sere fa – dove si mostravano i due volti della sanità abruzzese, quello all’avanguardia dell’ospedale covid di Pescara e quello decadente e approssimativo di Avezzano? Perché, molto più semplicemente, all’interno di esso il governatore Marsilio attribuiva la colpa di tali deficienze al Governo centrale, reo di gravi e sciagurati ritardi. Di fatto si è trattato dell’ennesima autoassoluzione. E’ il gioco delle parti politiche.
Come se non bastasse, venivano cancellati i commenti dissidenti di chi faceva notare che la versione dei fatti espressa forse non era proprio coerente con la realtà. “Hanno cancellato e fatto sparire 150 commenti durissimi contro la giunta Marsilio“, ha scritto il consigliere regionale del Pd Pierpaolo Pietrucci.
Chiamarla censura è forse troppo forte ma, in linea con i concetti espressi da verbi e detti, affermiamo che a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca. Perché questo scivolone, dunque? Era così necessario promuovere una visione di parte e unilaterale della realtà che stiamo vivendo quando proprio lo stesso Marsilio ha più volte dichiarato “all’inizio di questa emergenza ho chiesto di lasciare fuori le parti politiche per collaborare alla risoluzione della stessa“?
Il post è stato rimosso, e la cosa ha assunto una forma ancora più maldestra. “Lo hanno tolto. Ma lo scandalo rimane, imbroglioni, solo propaganda. Sono solo chiacchiere e distintivo. Vergogna!!! Mai vista tanta arroganza e ignavia“, ha invece scritto l’onorevole Stefania Pezzopane. “E’ una vergogna. La pagina FB istituzionale della Regione Abruzzo usata per fare propaganda pro Marsilio e contro il Governo nazionale! E, se ciò non bastasse, la pagina applica anche la censura dei commenti degli utenti giustamente indignati!“, ha invece scritto Sara Marcozzi, capogruppo del Movimento 5 stelle in Consiglio regionale.