Tagliacozzo. Infuocata polemica sulla vicenda della scelta degli scrutatori. Dopo le critiche arrivate dal candidato della lista “Movimento civico Tagliacozzo e Frazioni”, Marco Cervelli, ora gli interventi in merito si moltiplicano e un gruppo di consiglieri uscenti invia una lettera al sindaco Dino Rossi, alla Commissione elettorale e alla Prefettura. Si tratta di Giuseppe Venturini, Alessandro Rubeo, Enrico Pendenza, Angeli Cecoli, gli ultimi due candidati con la lista di Bruno Rossi, “Rinnovamento e sviluppo”. Chiedono al sindaco e agli altri componenti della Commissione (Gabriele Mastroddi, Vincenzo Rubeo e Paolo Rapo, candidato con la lista “Rinnovamento” di Di Marco Testa), di «rinunciare alle nomine dirette individuali ed di voler sorteggiare gli scrutatore dall’apposito albo comunale».
Dura la replica del sindaco e della commissione elettorale secondo cui l’estrazione a sorte non sarebbe stata equa nei confronti delle classi sociali più deboli. Si dicono «dispiaciuti per i toni aspri ed incomprensibilmente accusatori. Alcuni esponenti politici», affermano in un comunicato, «molti del quali candidati nelle liste elettorali per le prossime elezioni comunali, hanno definito molto “discutibili” le modalità di nomina degli scrutatori nelle sezioni elettorali, accusandoci di “mancanza di trasparenza” nel metodo utilizzato ed emergendo addirittura la volonta di presentare esposti e denunce alla Procura della Repubblica di Avezzano, ovvero note indirizzate alla Prefettura dell’Aquila. Precisiamo”, aggiungono, “che la normativa in vigore prevede che la commissione elettoraleproceda alla nomina degli scrutatori, per ogni sezione elettorale del Comune, “all’unanimità”, e solo nel caso in cui non si raggiunga l’unanimità’ si possa procedere alla votazione. Le 56 persone nominate», sottolineano, «sono state scelte di concerto con l’ufficio sociale del Comune tra le categorie più deboli come le persone in disagio economico-sociale e i giovani disoccupati o studenti universitarinel pieno rispetto della legge, nonché ponendo come prima intenzione la volontà di una maggiore equità che, altrimenti, il metodo come il sorteggio non avrebbe assolutamente garantito. Ci riserviamo, comunque, di adire a eventuali e future vie legali, al fine di tutelare la nostra onorabilità». In sostanza l’istanza dei consiglieri uscenti, affinché venga eseguita una scelta a estrazione, non è stata accolta.