Avezzano. Il Natale non è solo gioia, festa, regali, luci colorate, panettoni, pranzi luculliani e tombolate nottetempo tra parenti ed amici in convivialità. E’ anche tristezza e molta. E forse siamo talmente concentrati sul nostro viver quotidiano che ci dimentichiamo che tra i bagordi natalizi c’è anche quella parte che tocca il cuore e ti lascia un sussulto di amarezza.
E’ il caso di questo clochard che ha trascorso, e probabilmente ne trascorrerà ancora, le notti gelide delle festività adagiato ed abbandonato su uno dei marciapiedi avezzanesi. Qualche asciugamano separa il corpo dal freddo catrame ed un muro di cinta rigorosamente scrostato è l’unica protezione che sembra avvolgere questa persona. Sì persona. Sotto quella coperta verde c’è un essere umano che suo malgrado e per vicissitudini che noi non immaginiamo si trova a vivere in questa condizione. Non vogliamo scendere nel pietismo, ma tra le luci di una città che vive c’è un uomo che rischia di morire assiderato.
Non è l’aspetto bello del Natale, e nè questo nostro raccontare vuole essere un monito per nessuno o si vuol guastare la festa, ma quando si racconta una realtà va fatto in tutti i suoi aspetti, anche crudi e duri che ci pongono di fronte ad una responsabilità morale di assistenza sociale.
E dunque per un attimo, proviamo ad immedesimarci in una vita ridotta in questo modo, che ormai guarda alla morte mentre per Gesù noi celebriamo la natività. Ecco ci auguriamo che qualche organizzazione benefica, istituzioni e chi può a vario titolo, intervenga. Non è certo facile instaurare un dialogo in determinati casi, servono persone preparate professionalmente per questo. E non dimentichiamo che il clochard, abbandonato a se stesso durante le feste di Natale potrebbe morire, un’anima in più sul conto morale di una società fin troppo indifferente. La forza e la gentilezza si vede anche nel dover/saper affrontare questo tipo di situazioni.