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La parola Italia? Venne coniata 2000 anni fa dai Marsi

Francesco Proia di Francesco Proia
29 Agosto 2018
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Nel 90 a.C. i Marsi, popolo di indomiti e fieri guerrieri, avevano già combattuto decine di battaglie di conquista al fianco dell’esercito romano, risultando decisivi in più di un’occasione. Tito Livio, uno dei più autorevoli storici di Roma, scrisse “Solo la lealtà dei Marsi a Roma consentì ad essa di sopravvivere”. Nonostante questo però, Roma non sembrava intenzionata a voler riconoscere lo status di cittadino romano ai nostri antenati guerrieri.

Fu così che i Marsi, cavalcando quel risentimento, si posero come capofila di altri popoli italici altrettanto scontenti, come Peligni, Vestini, Marrucini, Piceni, Frentani, Irpini, Lucani e Sanniti, dando luogo alla Guerra Sociale, ovvero la guerra dei soci a Roma, ma più conosciuta come guerra Marsica. Ma ciò che ci interessa è capire come, in quell’occasione, venne utilizzata per la prima volta la parola “Italia”, ad indicare quella coalizione di popoli italici, ben intenzionati ad imbracciare le armi contro Roma, pur di vedere riconosciuto il loro status di cittadini. Fu così che nel 90 a. C. a Corfinium, nella conca peligna, nei pressi del fiume Aterno, venne coniata una moneta importantissima, con su inciso il nome del nuovo stato: ITALIA. Vicino questa parola venne posto un volto femminile coronato di alloro, che doveva rappresentare la lega nascente, mentre sul retro dell’importantissima moneta d’argento, venne riportata la cerimonia con cui i popoli italici giurarono fedeltà alla neonata lega. A capo di questo nuovo stato vennero eletti due consoli: il marso Quinto Poppedio Silone ed il sannita Caio Papio Mutilo, che dovevano rispondere ad un senato composto di 500 membri e a 12 pretori. Corfinium, scelta come capitale del nuovo stato, è pertanto da considerarsi come la prima capitale d’Italia della storia. Non è un caso, infatti, se proprio dalla zecca di Corfinium uscirono la maggior parte delle monete coniate dalla coalizione italica in quel periodo. Ma ciò che finora non era mai stato sottolineato in maniera adeguata, è che su questa moneta vi è l’iscrizione “Q. Silo” che richiama il nome del celebre generale e condottiero Marso. L’altra moneta inerente il giuramento degli italici, quella coniata dai Sanniti che riporta il nome del loro condottiero “C. PAAPII. C”, sul retro non riporta la scritta Italia né tanto meno una donna, ma la scritta osca “Viteliù” e la rappresentazione di Marte, divinità tutelare dei Sanniti, che in alcun modo è ricollegabile con il nuovo stato. Pertanto si può affermare, senza ombra di dubbio, che la prima volta che comparve la parola Italia, fu sulla moneta dedicata alla parte marsa della neonata confederazione italica.

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Forse tutto questo è dovuto al fatto che i Marsi ebbero un ruolo primario in quella circostanza, basti pensare che la guerra venne definita “Bellum Marsicum”, proprio perché i Marsi furono i primi propugnatori della lega italica e, nel 91 avanti Cristo, furono proprio loro a recarsi a Roma per consegnare una formale dichiarazione di guerra. Non vi è alcun dubbio nemmeno sul fatto che la guerra marsica sia stata una delle più importanti e sanguinose della storia. Diodorus Sicŭlus, storico siciliano, riteneva che “La cosiddetta Guerra Marsica, …, fu la più grande delle guerre del passato …”. Marcus Tullius Cicero, il celebre oratore, ce la racconta così: “al principio della guerra dei Marsi, le statue degli Dèi sudarono, i fiumi scorsero rossi di sangue, il cielo si aprì e si udirono voci misteriose che annunziavano pericoli di guerra; a Lanuvio alcuni clipei furono rosi dai topi; agli arùspici questo parve un presagio funestissimo … a Mutina due monti si unirono, in molti luoghi il sole s’offuscò, … ”. Lucius Annaeus Florus racconta che “Né Annibale né Pirro apportarono una devastazione simile”. Roma, temendo che anche altre popolazioni italiche potessero allearsi con la coalizione guidata dai Marsi, promulgò la “lex iulia de civitate” e la “lex Plautia Papiria”, con cui concesse la cittadinanza romana a tutte le popolazioni che anziché combattere Roma, avessero deposto le armi. Grazie a questa legge ai Marsi, e a tutti i confederati italici, venne finalmente riconosciuto lo status di cittadini romani. Pertanto non è un’esagerazione affermare che in Abruzzo nacquero il nome, il concetto e l’idea dell’Italia, ma che soprattutto ai Marsi si deve quella voglia di unità nazionale, che per la prima volta nella storia venne indicata con la parola Italia. Francesco Proia

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