Carsoli. Taglio drastico alla Oti, a casa 34 dipendenti. La proprietà dell’azienda farmaceutica del nucleo industriale di Carsoli – Oricola dove si realizzano prodotti omeopatici ha confermato la riduzione dei lavoratori senza alcun dietrofront. A nulla sono servite le alternative presentate dalle parte sociali per offrire un’altra possibilità a 34 dei 127 dipendenti dello stabilimento. Le officine terapie innovative, leader in Italia per la produzione di medicine non convenzionali, da tempo aveva iniziato a zoppiccare a causa degli effetti dovuti alla riorganizzazione del settore. Inizialmente si era intervenuti con i contratti di solidarietà, in scadenza a fine mese, ma alla fine si è deciso di mandare a casa 31 operai e 3 impiegati.
“Purtroppo siamo stati costretti a comunicare ai dipendenti della Oti che non c’è stato alcun accordo con l’azienda”, ha commentato Domenico Fontana, segretario provinciale della Filctem – Cgil, che ha seguito la vertenza fin dall’inizio, “abbiamo proposto di andare avanti con i contratti di solidarietà, perchè c’era il margine per farlo e abbiamo chiesto di incentivare i dipendenti che decidevano autonomamente di lasciare lo stabilimento per costruire qualcosa altro, ma non hanno neanche preso in considerazioni tutto ciò. Hanno deciso di non investire più, tutto qui, e di mandare a casa 34 dipendenti. La proprietà non si è neanche presentata all’incontro, ha solo fatto sapere che non voleva più metterci i soldi”. La storia delle officine terapie innovative risale agli inizi degli anni 70′. E’ infatti una costola della Omit omeopatici Italia fondatadal farmacista Lamberto De Santis. Con il passare del tempo la Oti si è specializzata in produzione di omeopatici, integratori nutrizionali e fisioterapici, tinture madri, estratti secchi e fiori secchi, dispositivi medici a base di principi attivi naturali. “Non ci aspettavamo che andasse a finire così”, ha concluso Fontana, “abbiamo lavorato per andare incontro all’azienda insieme al sindaco di Carsoli, Velia Nazzarro, e al vice presidente della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli, ma non hanno voluto sentire ragioni. Rimarranno a casa 34 dipendenti under 40″.