Avezzano. “Il parco giochi dell’oratorio di San Pelino è in una situazione di totale degrado”. Era la “denuncia” arrivata alla redazione di Marsicalive da parte di un residente della frazione di Avezzano, a giugno. Insieme al breve scritto due immagini, in cui si vedeva chiaramente lo stato di abbandono in cui versava quell’area dove però tutti i giorni arrivavano bambini a giocare.
E dopo la terribile morte di Alessia, la piccola di soli 12 anni che ha perso la vita con il cedimento di quella struttura che sarebbe dovuta essere “un’altalena”, oggi, quelle immagini che ritraggono l’area dell’oratorio di San Pelino, fanno davvero rabbrividire.
Perché se da un lato è vero che nella Marsica ci sono persone mosse ancora da uno spirito di cittadinanza attiva che rivendicano i propri diritti e che “denunciano” attraverso la stampa quello che non va, dall’altro chi avrebbe potuto fare qualcosa non lo ha fatto.
E a quella richiesta di intervento rivolta attraverso i canali di informazione, non è seguito un provvedimento che contrastasse quello stato di abbandono e degrado che ieri pomeriggio è stato fatale per una bambina che oggi nella piccola comunità di San Pelino chiamano “la figlia di tutti”.
Una morte che ha gettato nello sconforto e nel dolore tutta la piccola comunità che ora si è stretta intorno a due genitori distrutti.
A nulla è servito il monito lanciato da quella mamma, a ottobre dello scorso anno, quando a perdere la vita fu la piccola Sofia, a Rocca di Botte. “Fate in modo che non accada più”, l’appello accorato della giovane madre della bimba di soli 5 anni, morta sotto la porta in un campetto di calcio del paese in provincia dell’Aquila. Giorgia, la mamma di Sofia, lo aveva scritto sui social, lo ha detto ai giornalisti, in quei brevi e tormentati momenti in cui è riuscita a dare un messaggio che sarebbe dovuto essere un insegnamento.
Dopo la morte della sua bimba, i media di tutta Italia sono arrivati nel piccolo paese non lontano dal confine con il Lazio, per documentare lo stato di quella porta di calcio. Trasmissioni televisive hanno ricostruito la cronaca della tragedia passo dopo passo, hanno denunciato lo stato di degrado in cui non solo nella Marsica ma in tante altre città d’Italia versano i luoghi frequentati dai bambini. A nulla è servito l’appello di quella mamma.
Oggi al suo dolore si aggiunge quello della madre della piccola Alessia. E quando muore un bambino tutti dovrebbero interrogarsi su quello che avrebbero potuto fare per evitare un dolore così atroce. È un lutto che ricopre una comunità intera, non una sola città, tutta una Nazione oggi piange una piccola la cui colpa è stata solo fidarsi di un’altalena messa e lasciata lì da qualche adulto distratto, che le avrebbe dovuto regalare solo qualche momento di svago e che invece le ha tolto la vita.
LEGGI L’ARTICOLO DI GIUGNO DI MARSICALIVE:
Parco giochi oratorio San Pelino in stato di abbandono: la denuncia di un residente