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La Micron non lascia l’Italia e riduce gli esuberi, forse meno tagli nel sito della città

Redazione Attualità di Redazione Attualità
16 Marzo 2014
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Avezzano. La Micron non lascia l’Italia e riduce il numero degli esuberi annunciati. La scorsa settimana è svolto al ministero dello sviluppo economico l’incontro tra la Micron, Fim Fiom Uilm e il coordinamento delle Rsu. All’incontro ha partecipato per la prima volta il Vice Presidente di Micron Brian Henretty, dopo che le organizzazioni sindacali e il Ministero avevano più volte chiesto la sua presenza al tavolo.
Le novità emerse sono le seguenti: la Micron dichiara la sua volontà di rimanere in Italia nei prossimi anni a fronte di un investimento per attività di laboratorio elettrico, circa 20 milioni di dollari in due anni ma condizionati alla firma di un’intesa sulla procedura di licenziamento collettivo. Il numero degli esuberi si ridurrebbe di circa 70/100 unità a fronte di ricollocazioni di parte del personale all’estero, in altri siti o in altre attività presso il medesimo sito. Analizzando il percorso di ricollocazione proposto dall’azienda ammonterebbero a circa 30 unità le risorse realmente mantenute in Italia, per le restanti ci sono trattative in corso. L’incentivo per l’esodo volontario aumenta a 18 mensilità, c’è la disponibilità ad un percorso di cassa integrazione straordinaria della durata di un anno a 0 ore senza rotazione. Il Ministero ha inoltre comunicato alle organizzazioni sindacali che, per quanto riguarda eventuali ricollocazioni in ambito STM, il governo effettuerà le dovute pressioni al fine di indurre l’azienda ad assorbire parte degli micron-128gb-16nm-nand-01_t.jpg.pagespeed.ce.LWHdpkOzolesuberi, ma non ritiene possibile costruire un accordo scritto che garantisca questo processo. Le organizzazioni sindacali e il coordinamento hanno dichiarato che, nonostante ci sia stato qualche passo avanti da parte della Micron, questo non è sufficiente. L’obiettivo di FIM FIOM e UILM e’ quello di trovare una soluzione occupazionale per tutti gli esuberi di Micron, tolti coloro che vorranno accettare eventuali incentivi all’esodo. Quindi, rispetto a quanto comunicato da Micron e dal Ministero: gli investimenti annunciati, insufficienti e poco dettagliati nella loro strategia di mantenimento delle attività in Italia, devono aumentare per garantire realmente la presenza della multinazionale americana nel nostro Paese. La riduzione del numero degli esuberi e’ del tutto insufficiente. La Micron deve aumentare il numero di ricollocazioni nell’ambito della stessa unità produttiva e garantire il mantenimento di tutti i siti italiani. L’incentivo all’esodo e’ insufficiente. Per quanto riguarda un eventuale percorso di cassa integrazione questo sarà possibile solo se affiancato da una garanzia di assorbimento, anche con tempi diversi, di tutti gli esuberi da parte di StM. La cassa integrazione non può essere fatta senza rotazione e va aggiunta un’integrazione da parte dell’azienda. Queste sono state le richieste di FIM Fiom Uilm e del coordinamento delle Rsu al tavolo del Mise. Il ministero dello sviluppo economico deve aumentare le pressioni politiche nei confronti delle due aziende di microelettronica per consentire l’avvio di una trattativa. Non è sufficiente un’azione di moral suasion nei confronti di StM, il paese non può permettersi la dispersione di competenze
importanti in un settore che stiamo tentando di sostenere e finanziare anche attraverso l’azione del tavolo sulla microelettronica, il governo deve intervenire con forza su un’azienda partecipata. L’incontro è stato aggiornato al 19 marzo. A sostegno delle richieste fatte al tavolo del Mise Fim Fiom e Uilm e il coordinamento delle Rsu proclamano 8 ore di sciopero che verranno gestite territorio per territorio nei prossimi giorni.

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