Villavallelonga. “Tornate a casa, parlatene tra di voi. Durante il pranzo parlate di dove incontrate Dio, tutti i giorni, in questa giornata di festa ma non solo. Sempre”. Sono gli auguri per una buona Pasqua di don Carmine Di Bernardo, parroco di Villavallelonga, dall’altare della piccola chiesa della Madonna delle Grazie, alla sua affezionata e devota comunità di fedeli.
Un piccolo “scrigno” sacro, impreziosito in questa domenica di festa, dalla presenza di tanti bambini, tanti giovani. La celebrazione conclude la Settimana che consacra la Pasqua. Dopo la processione di Venerdì Santo, popolata da tante persone, alcune anche vestite con abiti che ricordano i tempi in cui Gesù fu tradito e morì sulla Croce per mano dell’uomo e dopo la suggestiva e solenne veglia della notte, con l’accensione del cero, il “Lumen Christi” solenne, oggi in chiesa tutto il paese ha partecipato alla messa arricchita dai canti del coro.
Durante l’omelia don Carmine ha richiamato la testimonianza di un’anziana, che sofferente ha confidato di sentire il marito “risorto”, di percepirne la presenza al suo fianco, ha parlato di chi soffre, degli ultimi e ha invitato la comunità a continuare a collaborare per accogliere chi ha più bisogno. Sul tema anche un riferimento all’arrivo in paese dei profughi dell’Ucraina.
“Ho ascoltato il racconto della donna che ha subito la guerra e le bombe della guerra in Ucraina”, ha il parroco, “che però ha anche detto ‘quella scheggia la porterò per tutta la mia vita ma nessuno mi toglierà la voglia di amare’. Guardate la Resurrezione che è intorno a voi, confessatevi e cercate il Signore ma non fatelo solo il giorno di Pasqua, di Natale. Non basta. Accogliete Dio e fatevi testimoni della sua resurrezione e della sua presenza tra noi. Ogni giorno”.
Il videoracconto
Durante l’omelia il sacerdote ha più volte indicato anche il cero pasquale e spiegato i simboli sacri che porta su di sé, come quello dell’albero della vita. Il cero che è simbolo della luce con cui Cristo ha squarciato le tenebre e la paura della morte in cui era avvolto il mondo prima della Resurrezione.