LE NOSTRE MONTAGNE RACCONTANO…
Testo tratto da “La floristica della Marsica nord-orientale – Prossima pubblicazione
di Angelo Ianni*
Il mondo affascinante delle orchidee spontanee del Parco Sirente Velino è poco conosciuto ma sono molti gli appassionati, escursionisti, studenti e curiosi che sono attratti dalla bellezza e dalla voglia di saperne di più su questi fiori straordinari.
Pur non essendo grandi e vistose come le orchidee esotiche, anche quelle che popolano i prati, le radure e i boschi del Parco Naturale Regionale Sirente Velino sono da ammirare per la straordinaria bellezza.
Sono piante erbacee perenni, molto adattabili a diversi tipi di habitat.
Differentemente da quella tropicale che è una pianta epifita (cioè che vive su altre piante), l’orchidea di montagna risulta attaccata al terreno attraverso rizomi o piccole radici.
Infatti sono tutte specie terricole con un ciclo vitale da erbacee perenni: fioriscono e vegetano durante la primavera e l’estate.
In questo periodo immagazzinano il nutrimento all’interno di due radici ingrossate (pseudobulbi), simili a piccoli tuberi, che permettono loro di superare la stagione fredda sotto terra per poi tornare a fare capolino nella primavera successiva.
A seconda della specie, l’altezza può variare da 10 a 80 cm.
Le foglie sono nastriformi e l’infiorescenza è costituita da grappoli di piccoli fiori riconoscibili dal tipico petalo inferiore più grande degli altri.
Sono fiori dalle forme, colori e ciclo riproduttivo del tutto particolari. Le orchidee come tutte le Angiosperme producono fiori, frutti, sotto forma di capsule e semi.
Le radici sotterranee sono costituite generalmente da rizotuberi (particolari radici dalla forma ingrossata che fungono da organi di riserva).
Nel terreno i rizotuberi formati nell’ultima stagione, attendono l’arrivo delle piogge autunnali per iniziare un nuovo ciclo vegetativo. La gemma, utilizzando le scorte nutritive contenute nel rizotubero, si sviluppa ed emergendo dal terreno forma le foglie in grado di fotosintetizzare alla luce del giorno, producendo le sostanze nutritive per sostenere una nuova fioritura e per formare un nuovo rizotubero. Con l’arrivo dell’estate, di norma, la parte vegetativa della pianta secca.
Il nome orchidea fa riferimento alla forma dei tuberi portati da queste piante, due tubercoli a forma di testicoli, uno provvede alla vegetazione dell’annata in corso mentre l’altro prepara il nutrimento per quella successiva.
I fiori sono completamente diversi da quelli di tutte le altre famiglie. Si dice che essi sono resupinati, capaci di effettuare una torsione di 180° dell’ovario e del peduncolo floreale per accogliere più efficacemente gli insetti impollinatori.
I fiori si contorcono sul proprio asse in modo che le parti, in origine anteriori o inferiori, diventano posteriori o superiori.
Essi presentano una varietà di forme e colori in una struttura floreale originale: hanno infatti un caratteristico petalo più grande degli altri, che permette “l’atterraggio” degli insetti impollinatori come su una sorta di “pista”.
In alcune specie questi petali sono inoltre autori di un’insospettabile “trucco” escogitato dalle piante stesse, tipiche dei prati aridi, per garantire la propria sopravvivenza.
Il labello (così si chiama il petalo più grande) ha la forma della femmina d’insetti come api e bombi e con le sue sembianze attira i maschi verso il suo apparato riproduttivo, garantendo così lo spostamento della propria massa pollinica verso altri fiori.
Il fusto è semplice e non ramificato e termina con l’infiorescenza.
Le foglie sono parallelinervie e si distinguono in basali, generalmente in rosetta e cauline (cioè distribuite lungo il fusto o caule).
Le foglie cauline sono spesso guainanti poiché avvolgono in parte il fusto. In genere le foglie hanno dimensioni minori dalla base verso l’apice del fusto.
Il frutto è una capsula che a maturità si apre liberando numerosi semi molto piccoli. I semi leggerissimi, facilmente trasportabili dal vento a notevoli distanze, non possiedono sostanze nutritive per sostenere il processo della germinazione.
Le orchidee per procurarsi l’energia necessaria allo sviluppo necessitano la simbiosi con un’ifa fungina. Se il seme cade in un luogo adatto e viene a contatto con un’ifa fungina questa l’aggredirà nel tentativo di digerire il seme come una qualsiasi sostanza organica.
Il seme a questo punto, grazie alla secrezione di enzimi, contrasterà l’attacco del fungo sottraendo al fungo stesso sostanza nutritive riuscendo così ad innescare il processo di germinazione.
Questo, non appena la nuova piantina che si sta sviluppando avrà messo le prime foglioline, comincerà a produrre autonomamente le sostanze nutritive per mezzo della fotosintesi clorofilliana. Il fungo rimarrà presente per tutta la vita nelle radici della pianta assorbendo il nutrimento prodotto con la fotosintesi clorofilliana dall’orchidea.
La simbiosi tra il fungo e le radici di una pianta è nota come micorriza.
Questo complicato meccanismo di germinazione richiede un arco di tempo molto lungo che va dai cinque anni ad oltre dieci anni a seconda della specie.
Oltre a questo sistema di riproduzione le orchidee si riproducono per via vegetativa perpetuando lo stesso individuo tramite la formazione di gemme dormienti ad ogni stagione di fioritura. Questo tipo di riproduzione, come l’auto fecondazione molto diffusa nelle orchidee, se da una parte non favorisce lo scambio genetico tra individui abbassando la variabilità genetica della popolazione e rendendola meno elastica ai cambiamenti ambientali, dall’altra favorisce gli endemismi, ovvero la presenza di specie esclusive in territori circoscritti.
Alcune specie di orchidee spontanee presenti nel Parco Naturale Regionale Sirente Velino sono comuni in quasi tutto il territorio montano, altre sono piuttosto rare.
Le descrizioni che seguono di queste piante con il relativo habitat e le aree di distribuzione rappresentano un primo censimento, cui seguiranno aggiornamenti qualora venissero individuate altre specie.
Orchidea Sambucina (Dactylorhiza sambucinae)
La pianta è alta 10-40 cm. Le foglie sono oblungo-obovate con apice ottuso, mentre quelle superiori sono lanceolate con apice acuto. Il fusto aereo è breve e cavo. L’orchidea fiorisce da aprile a luglio ed il colore dei suoi fiori varia dal giallo al rosa-porporino; è frequente trovare popolazioni con individui a fiori gialli ed individui a fiori rosa-porporino. Il labello è volto in basso. Il nome generico è formato da due parole greche dachtylo = dito e riza = radice e si riferisce ai tuberi divisi in tubercoli a forma digito-palmata. Il nome specifico “sambucina” fa riferimento al profumo dei fiori che ricorda quello del sambuco. Le foglie lanceolate o oblanceolate non presentano macchie e il fusto porta due tuberi cilindrici divisi solo alla base.I colori dei sepali, dei petali e del labello possono variare di molto nell’ambito delle popolazioni. L’orchidea sambucinaè comune e diffusa nei prati, nei pascoli anche rocciosi e nelle radure del Sirente fino a 2000 m di altitudine.
Orchidea maggiore (Orchis purpurea)
La pianta è alta 30 -70 cm. Le foglie sono lucide, grandi, ovali-lanceolate raggruppate grossomodo alla base del fusto. I fiori sono riuniti in una infiorescenza compatta piramidale, ovata o cilindrica e Il labello ha un colore che varia dal rosa al rosa porporino al bianco; è trilobo e il lobo centrale è molto più grande di quelli laterali che sono generalmente sottili le brattee fiorali sono piccole e di colore violaceo. Le foglie, ellittiche o lanceolate, sono molto grandi e sono raggruppate grossomodo alla base del fusto. Comune dalle macchie di fondovalle ai prati e pascoli di media montagna.- Comune dalle macchie di fondovalle ai prati e pascoli di media montagna.I fiori sono riuniti in una infiorescenza compatta piramidale, ovata o cilindrica. il labello è grande bianco e roseo macchiettato da ciuffetti di peli porporini. A primavera la pianta fiorisce nei pascoli, nelle macchie di fondovalle ee nelle radure dei boschi, fino a 1300 m di altitudine.
Orchidea piramidale (Anacamptis pyramidalis)
La pianta è alta 20-50 cm. Il fusto esile, cilindrico è di colore verde chiaro. Le foglie inferiori sono lineari lanceolate progressivamente ridotte verso l’alto. I fiori, raccolti in una infiorescenza piramidale, hanno un colore che varia dal rosa pallido al porporino al violetto e si aprono dal basso verso l’alto. Il labello è nettamente trilobo. L’orchidea è presente sempre con 1-2 esemplari in zone circoscritte di pascoli pedemontani. Fiorisce dall’inizio alla fine della primavera su prati e pascoli calcarei. Diffusa fino a 1200 m di altitudine.
Neotinea tridentata (Orchidea screziata)
L’orchidea piramidale è una pianta alta 15-30 cm. Le foglie basali sono oblanceolate, le superiori più strette e guainate. I fiori sono riuniti in infiorescenze globose dense e presentano sepali e petali conniventi, uniti a formare un casco, di colore roseo-porporino. Il labello è trilobato, con lobi laterali divergenti e lobo mediano più lungo, a sua volta bilobo, biancastro con striature rosa-porpora. Fiorisce da fine aprile a metà giugno. Ampiamente diffusa in tutto il territorio del Parco, cresce in prati aridi, radure e cespuglieti fino a 1200 m di altitudine. Presente nella zona pedemontana della Serra di Celano (monte Tino).
Orchidea spitzelii (Orchis spitzelii)
La pianta è alta 15-30 cm. Le, foglie sono obovato-oblunghe con infiorescenza breve e con pochi fiori. Essi sono rosso porporini e verdastri con il labello allungato roseo, rosso-porporino con macchie più scure. Il nome ricorda un forestale tedesco, Anton Von Spitzel, che per primo notò questa specie. L’orchidea è piuttosto rara, presente sul Velino e a Campo Felice. Fiorisce da giugno a inizio luglio in arbusteti a ginepro nano (Juniperus nana) fino ai 2000 m di altitudine.
Orchidea pallida (Orchis pallens)
La pianta è alta 15-30 cm. Le foglie sono larghe, oblungo-obovate. L’infiorescenza è multiflora, densa. I fiori sono giallo-sulfurei e il labello mediano intero lievemente diviso. Fiorisce da aprile ai primi di luglio. Cresce nel sottobosco di latifoglie o più raramente di conifere, su suoli preferibilmente calcarei, nei pascoli montani e le radure di Campo Felice, fino a 2000 m di altitudine.
Manina rosea o Orchidea delle zanzare (Gymnadenia conopsea)
Pianta alta 20-80 cm. Le foglie sono lanceolate erette. Le radici sono fibre sottili e tubercolate. I fiori sono raccolti in spighe terminali, cilindriche, compatte di colore bianco-rosei o roseo-violacei lilla, con il labello trilobo più largo che lungo e volto in basso. Il frutto è una capsula, al suo interno sono contenuti numerosi semi piatti. Il nome deriva da due parole greche gimnòs = nudo e adèn = ghiandola per l’assenza di una borsicola a contenere i retinacoli. Il nome specifico deriva dal latino konops = zanzara, per la somiglianza del lungo sperone con l’apparato boccale della zanzara. Fiorisce da maggio ad agosto. E’ presente nei pressi di Fonte Anatella e Campo Felice fino a 1400 m di altitudine.
Orchidea ustulata (Orchis ustulata)
La pianta è alta 15-25 cm. Le foglie sono oblungo lanceolate o lineari-lanceolate. L’infiorescenza multiflora doppia è dapprima densa e ovata, poi un pò più rada e cilindrica. I piccoli fiori nella parte alta sono da rosso-nerastro a roseo-violaceo con il labello bianco con macchie porporine. Fiorisce da metà maggio ai primi di luglio su pascoli montani e cespuglieti fino a 1500 m di altitudine anche a Campo Felice.
Ofride verde-bruna (Ophris sphegodes)
La pianta è alta 15-50 cm. Le foglie basali sono disposte a rosetta con apice ottuso. La parte aerea del fusto è breve ma piuttosto slanciata, semplice ed eretta. L’infiorescenza è rada con senza fiori apicali. I fiori sono relativamente grandi con labello bruno-rossiccio, vellutato, intero o trilobo di forma e grandezza variabili. Il nome ophris deriva da una parola greca che significa sopracciglio, mentre sphegodes deriva, sempre dal greco, dalla parola vespa e si riferisce ai particolari disegni sul labello. Fiorisce da fine marzo a maggio in prati aridi e radure fino a 1300 m di altitudine.
Ofride di Bertoloni (Ophris bertolonii)
La pianta è alta 15-25 cm. Le foglie sono oblungo-lanceolate, le basali disposte in rosetta. L’infiorescenza è rada con 2-8 fiori. Il labello è di colore bruno scuro incavato a sella con una macchia glabra e lucida di colore violacea posta verso l’apice. Il nome della specie è un omaggio al medico, naturalista e botanico sarzanese Antonio Bertoloni. L’orchidea fiorisce da fine aprile a giugno su prati aridi e terreni sassosi fino a 1000 m di altitudine.
Le orchidee spontanee appartengono alla categoria delle specie protette, vale a dire quelle piante di cui è vietato non solo raccogliere i fiori, ma anche le capsule contenenti i semi al termine della fioritura e i bulbi sotterranei.
Le capsule contenenti i semi impiegano diversi mesi per maturare e dovranno poi trascorrere dai cinque ai dieci anni prima di vedere fioriti i nuovi semi.
Leggi anche:
Alla scoperta della Valle di Amplero, le nostre montagne raccontano
Il Monastero di San Marco alle Gole di Aielli-Celano, le nostre montagne raccontano
*Angelo Ianni è nato a Celano (AQ) nel 1956. Insegna matematica e Scienze all’Istituto Comprensivo Statale “Tommaso da Celano” di Celano. Da sempre appassionato degli avvenimenti storici della sua terra, si dedica alla ricerca delle radici storico-culturali del territorio marsicano e delle realtà che ne fanno parte. Studioso anche di botanica sta per pubblicare due volumi sulla floristica della Marsica nord orientale.