Capistrello. Dopo oltre ottant’anni dall’eccidio che segnò la storia del paese, la memoria di Ezechiele Di Giammatteo, uno dei 33 martiri di Capistrello, riceve finalmente un segno di giustizia. Il Tribunale di Roma, con sentenza emessa il 14 settembre 2025, ha condannato la Repubblica Federale di Germania al risarcimento dei danni subiti dagli eredi dell’uomo, ucciso dalle truppe naziste il 4 giugno 1944.
A promuovere l’azione civile sono stati i familiari di Di Giammatteo, per il tramite degli avvocati Franco e Federica Colucci, chiedendo il riconoscimento del danno per la perdita del rapporto parentale. Il giudice capitolino ha accolto la domanda, disponendo un risarcimento complessivo di 100.000 euro, oltre interessi e spese, a carico dello Stato tedesco, rappresentato in giudizio dal Ministero italiano dell’Economia e delle Finanze.
Ezechiele Di Giammatteo, all’epoca trentottenne, fu rinchiuso negli angusti depositi merci dello scalo ferroviario di Capistrello e poi trucidato senza motivo dalle truppe del Terzo Reich, insieme a decine di civili innocenti. Quegli uomini, colpiti dalla furia nazista nei giorni più cupi dell’occupazione, sono ricordati come i Martiri di Capistrello, simbolo di una ferocia che non trovò giustificazione e che ancora oggi risuona nella coscienza collettiva.
La sentenza del Tribunale di Roma non cancella l’orrore di quella mattina del 1944, ma restituisce dignità e riconoscimento a una ferita mai del tutto rimarginata. È un atto di giustizia che attraversa il tempo, riportando luce su una pagina che continua a chiedere memoria, verità e rispetto.