Collelongo. “Dividere i sindaci in questo momento non fa onore a nessuno. Siamo tutti consapevoli che gli errori partono da lontano e che non possono essere attributi solo agli ultimi anni di gestione della sanità Abruzzese. Ora però c’è da difendere il diritto alla vita dei cittadini, ora però l’unità è indispensabile, ora però la Marsica deve rialzare la testa. Maltrattata da anni, Cenerentola di un Abruzzo dimenticato”.
Lo dichiara Rosanna Salucci, sindaco di Collelongo, all’indomani della scelta di dieci sindaci del territorio marsicano di non firmare il documento “Salva Marsica”, contestato nella forma ma non nella sostanza. Una spaccatura che comunque non dovrebbe inficiare la richiesta, da parte dei restanti primi cittadino, di commissariale la Asl1.
“Ora i primi cittadini, prima interfaccia delle istituzioni, devono essere coesi per denunciare criticità, alzare la voce, fare richieste, dire senza peli sulla lingua che bisognava programmare una tragedia annunciata, essere obiettivi e difendere diritti che sono stati lesi da troppo tempo. La forma non ha importanza. Serve sostanza, questo dico ai colleghi sindaci, serve unità, servono proposte sottoscritte da tutti. Saranno altri a decidere cosa accordare. La politica non deve dividere. Ha perso nuovamente”, conclude Salucci.
“Alla fine bisogna solo scegliere da che parte stare. Se dalla parte del territorio, dimenticato e maltrattato, o da quella dei partiti. Gli stessi partiti che hanno nominato l’attuale governance sanitaria e che ora non hanno il coraggio di inchiodarla alle proprie responsabilità. La storia, alla fine, è semplice”, ha invece dichiarato Enzo Di Natale, sindaco di Aielli.
Anche Lorenzo Berardinetti, sindaco di Sante Marie e presidente regionale Uncem si è pronunciato sulla presa di posizione dei dieci sindaci. “Riceviamo tante e tante telefonate ogni giorno di gente che sta male, di medici preoccupati e di famiglie senza nemmeno i soldi per fare la spesa. Cerchiamo di dare una mano per quel che possiamo, noi rappresentiamo l’istituzione nel nostro comune e nella Marsica, ma di più non possiamo fare. Avevamo deciso di stare tutti insieme e di cercare di aiutare la nostra gente facendoci portavoce dei loro bisogni. Ma qualcuno si è sfilato e ha scelto di camminare verso un’altra direzione. Per cosa? La politica in questo momento si fa stando tra la gente e aiutando la gente, non è tempo di pensare ai partiti e agli schieramenti. Non ora, perché ora bisogna aiutare la Marsica che sta soffrendo”.
“Oggi è stata scritta una brutta pagina per il territorio marsicano. Per un momento, abbiamo avuto il sentore che questo territorio potesse fare quadrato nella rivendicazione di alcuni diritti fondamentali, Costituzionalmente garantiti, come quello della Salute. Invece, no. Neanche il Covid-19 e una crisi sanitaria globale è riuscita a far prevalere il buon senso all’appartenenza politica. Il richiamo agli ordini di scuderia è riuscito a scompaginare e depotenziare quanto di buono si stava tentando di costruire”.
“La Marsica, purtroppo, con il “controdocumento” annunciato da alcuni sindaci, si presenterà divisa nel rivendicare maggiori attenzioni e una migliore qualità di servizi offerti ad un territorio che conta oltre 140.000 abitanti. Ne siamo profondamente rammaricati e delusi, anche per gli enormi sforzi profusi da alcuni sindaci”, ha invece commentato la minoranza al Comune di Pescina a firma di Tiziano Iulianella. Pescina è u infatti uno dei dieci Comuni che ad ora ha scto di non firmare il documento.