Avezzano. “Nella sola provincia dell’Aquila, ad oggi, sono oltre 400 le aziende, tra grandi, medie e piccole ad aver fatto ricorso alla cassa integrazione, per un totale di circa 6000 lavoratori interessati: il 60% riguarda la Marsica”. A lanciare il grido d’allarme è la Fim -Cisl con Antonello Tangredi e Augusto Bisegna che segnalano una situazione difficile creatasi a seguito dell’emergenza coronavirus.
“Un dato che, purtroppo è destinato ad allargarsi nei numeri, anche perché, passata la crisi, non si sa, quante di queste aziende, specie tra le piccole e medie reggeranno il colpo”, hanno continuato, “questa crisi sanitaria ha trovato, non solo il nostro territorio, ma l’intera Politica Regionale, completamente impreparata ad affrontare l’emergenza: eppure i segnali provenienti dalla Lombardia, dal Veneto e dall’Emilia Romagna, erano chiari.
Il nostro “mondo” del lavoro, già, messo in ginocchio dalla crisi di 10 anni fa (ricordiamo, visto che sfugge a tanti che, dalla crisi partita alla fine del 2008, la Marsica ha lasciato senza lavoro oltre 2500 lavoratori metalmeccanici), oggi, è ancora più vulnerabile e, se non si sburocratizzerà immediatamente il rapporto industria – banche, ovvero, se le aziende non avranno subito accesso al credito bancario agevolato, il lavoro, per la nostra gente, resterà solo un bel ricordo.
Abbiamo davanti 2, massimo 3 settimane per costruire il “dopo COVID – 19”: il Nostro sistema produttivo, da sempre afflitto anche da carenze infrastrutturali, colmate, fino ad ora, solo dalla volontà e la caparbietà delle poche imprese locali che hanno “scommesso” sul futuro, grazie alla professionalità delle Loro maestranze, se non le aiuteremo subito, con una dose massiccia di liquidità monetaria e sospensione, sine-die dei tributi, non ripartiranno !
L’idea, ad esempio, di rendere subito fruibili i 1400 euro per i lavoratori in cassa integrazione, benchè ottima, rischia di non dare benefici immediati, perché la procedura, come sempre, è troppo farraginosa, troppo impegnativa, non solo per i diretti interessati ma, anche per i datori di lavoro e i consulenti del lavoro, atteso che, il blocco della mobilità, necessario, per combattere il virus, di fatto, rende difficoltosa la compilazione dei moduli necessari per farsi concedere l’importo dalle banche convenzionate.
La Regione Abruzzo, per la Sua competenza, dovrà emanare, urgentemente, attraverso il cicas, un provvedimento che velocizzi questa fase, perché se è vero che i lavoratori percepiranno (si spera) il 10 aprile lo stipendio di marzo (solo 3 settimane !!!) non c’è certezza di quando arriverà il resto del mese di marzo e le competenze di aprile, con la conseguenza che, migliaia di famiglie, potrebbero trovarsi alla “fame”.
Serve, dunque, secondo la Fim-Cisl, uno spirito costruttivo che punti a far fare un salto di qualità all’organizzazione del lavoro e alle strutture aziendali. Non c’è più né tempo né spazio per il cinismo aziendale e per la politica degli annunci.
Bisogna ripartire tutti ma, in maniera graduale e in luoghi di lavoro sicuri con protocolli della sicurezza condivisi con le organizzazioni sindacali, a livello territoriale e aziendale, seguendo lo schema del protocollo condiviso fra Governo, Cgil, Cisl, Uil e associazioni datoriali.
I lavoratori immunizzati dovranno essere i primi a rientrare in fabbrica e, sarebbe auspicabile in questo senso, uno screening dei lavoratori, in concerto tra aziende e autorità sanitarie, mentre le persone più vulnerabili, ovvero, chi ha malattie croniche, gli immunodepressi, gli over 60 ecc., dovranno essere esclusi fino a quando la situazione di allerta non sarà completamente rientrata, garantendo Loro, reddito certo e maturazione degli istituti contrattuali indiretti, a prescindere.
Nelle aziende vanno riorganizzati subito gli spazi di lavoro, allargando quelli vitali, rivedendoli in modo da garantire la sicurezza, gli accessi, le uscite e le zone comuni come mense e spogliatoi. Dovrà essere aumentata la pulizia quotidiana degli ambienti e delle attrezzature, con ricorsi ulteriori di sanificazione e di massima disponibilità di mascherine, guanti e igienizzanti.
Da subito, vanno curati e messi in sicurezza gli spostamenti da e verso i luoghi di lavoro: nei bus aziendali e nelle linee dei pendolari, dovranno essere messe a disposizione mascherine, guanti, pulire i sedili e predisporre su di essi, tovagliolini appoggiatesta.
A fronte di queste proposte, la formazione delle persone sarà strategica e, le imprese che recepiranno questi suggerimenti, faranno il deciso passo avanti verso un futuro migliore per tutti e le renderanno industrialmente più forti.
L’emergenza che stiamo vivendo, per come pare di capire, non si risolverà a breve, bisogna che tutti ne siano coscienti e, pertanto, cambiare abitudini e comportamenti, è assolutamente indispensabile.
Il cambio di passo nell’industria, avvenuto in quest’ultimo mese, ricorrendo, ove possibile, al lavoro agile, ha dimostrato che, “un altro mondo è possibile” e, per questo, sarà necessario e improrogabile, investire nel 5G.
Senza la “rete” (per quanto ancora debole) il Paese sarebbe andato completamente allo sfascio e avremmo rimpianto persino il dopo guerra, perché, al contrario di allora, non potremmo contare su nessun “piano Marshall” americano per salvare il nostro Paese”.