Avezzano. Si è tenuta questa mattina, alle pendici del monte Salviano, la cerimonia commemorativa del centenario del sisma del 13 gennaio 1915. La giornata della memoria, organizzata dall’amministrazione comunale avezzanese, per ricordare e commemorare le vittime del sisma di cento anni fa, ha visto la presenza di numerosi rappresentanti istituzionali locali, provinciali e regionali. In particolare, erano presenti: il vescovo dei Marsi, monsignor Pietro Santoro; il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso; il presidente del consiglio della Regione Abruzzo, Giuseppe Di Pangrazio; il consigliere della Regione Abruzzo, Emilio Iampieri; il presidente della Provincia di L’Aquila, Antonio Del Corvo; il consigliere della Provincia di L’Aquila, Felicia Mazzocchi; il sindaco del Comune di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio; il sindaco del Comune di L’Aquila, Massimo Cialente; molti altri sindaci del comprensorio marsicano; il presidente onorario del comitato del terremoto della Marsica, Gianni Letta. “Dobbiamo imparare dalle tremende contingenze”, ha commentato il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, “per non essere totalmente impreparati alle catastrofi ed evitare che vada in scena l’improvvisazione. La storia ci insegna che dalle estreme esperienze nascono le azioni. E’ un dovere delle istituzioni proteggere i cittadini”, ha concluso il presidente D’Alfonso. “E’ inaccettabile che a L’Aquila i fabbricati di costruzione recente siano completamente collassati nel sisma del 6 aprile 2009”, ha spiegato il presidente della Provincia di L’Aquila, Antonio Del Corvo. “La memoria di ciò che è accaduto deve, pertanto, essere un monito per tutti, soprattutto per noi abruzzesi, considerando che nella sola provincia aquilana esistono tre faglie sismiche, purtroppo attive: l’aquilana, la marsicana e la peligna”, ha concluso il presidente Del Corvo. “Alle ore 7.52 della fredda mattina del 13 gennaio 1915, dopo una notte rigida e gelida, la Marsica fu sconvolta da un violentissimo sisma che colpì, in particolare, il sud est della piana del Fucino”, ha ricordato il sindaco di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio. “L’intensità epicentrale fu più forte di circa cinquanta volte il recente terremoto aquilano del 6 aprile 2009. Circa 30mila furono i morti in tutto il comprensorio marsicano, Avezzano fu rasa totalmente al suolo: morirono oltre 10mila persone su una popolazione di 13mila, l’82 per cento degli avezzanesi perse la vita (tra cui anche il sindaco, ndr). La terribile scossa fu avvertita dalla pianura padana alla Basilicata; addirittura, a Roma, cadde una statua della chiesa di San Giovanni in Laterano. Le residenze, i palazzi, le chiese e gran parte del patrimonio storico e culturale marsicano furono travolti dal disastroso terremoto. I nostri nonni ci hanno trasmesso la memoria di quella immane tragedia”, ha continuato Giovanni Di Pangrazio, “per questo non dobbiamo mai dimenticare gli eroi che si prodigarono nella ricostruzione e il coraggio delle popolazioni locali sopravvissute. Lo sforzo collettivo ci appare oggi in tutto il suo eroismo. La solidarietà è un elemento irrinunciabile per la crescita morale e spirituale della nostra società civile. Pochi mesi dopo il violento sisma, l’Italia entrò nell’immane tragedia della Prima grande guerra mondiale e i giovani disastrati marsicani, nonostante il grande disagio in cui versavano le loro famiglie, andarono sul fronte e combatterono valorosamente come tutti gli italiani, a dimostrazione del loro grande senso del dovere e del loro straordinario e indelebile stoicismo. Bisogna consolidare la memoria storica per non rivedere mai più simili tragedie in futuro”, ha concluso il sindaco Di Pangrazio. “Il centenario del sisma va oltre la memoria”, ha dichiarato il presidente onorario del comitato del terremoto della Marsica, Gianni Letta, “poiché si propone di raccontare, attraverso significative manifestazioni, la nostra terra accogliente che nella storia ha sempre trovato le energie per risorgere, una terra che vuole essere moderna e costantemente protesa al futuro. Il centenario è anche un’occasione per ripensare le politiche della sicurezza”, ha proseguito Gianni Letta, “perché l’Abruzzo è uno dei territori a più alto rischio sismico in Italia, dobbiamo quindi diffondere, capillarmente, la cultura della prevenzione quale unico ed efficace antidoto al ripetersi di altri terribili eventi, come la tragica recente esperienza aquilana insegna. Per la Marsica, da sempre terra di immigrazione e crogiuolo di etnie diverse, le celebrazioni del terremoto diventano uno straordinario strumento di promozione della cultura della solidarietà e dell’inclusione”, ha terminato il suo intervento il presidente Letta. La celebrazione è poi proseguita nella cornice del gremito teatro dei Marsi, per la presentazione ufficiale del francobollo commemorativo del centenario. L’evento, in diretta su “Telesirio”, è stato presentato dalla giornalista Orietta Spera. Si sono aggiunti, alle personalità intervenute nella celebrazione del monte Salviano, il senatore Franco Marini, il sottosegretario di Stato al Ministero dello sviluppo economico, Antonello Giacomelli, il vicepresidente del consiglio superiore della magistratura, Giovanni Legnini, la presidente di Poste italiane, Luisa Todini, il noto giornalista e scrittore, Bruno Vespa e il presidente della “Istituzione centenario del terremoto della Marsica”, Giovanbattista Pitoni. “Poste italiane, la più grande azienda nazionale con più di 13mila sportelli in Italia”, ha spiegato la presidente di Poste italiane, Luisa Todini, “ha voluto celebrare il centenario del sisma del 1915 attraverso l’emissione di un francobollo, raffigurante la chiesa di San Bartolomeo di Avezzano (la cattedrale del capoluogo fucense, ndr). Il francobollo è dedicato allo spirito di coesione nazionale nelle emergenze, come quella dell’immane tragedia che colpì la Marsica un secolo fa”, ha terminato il suo intervento la presidente Todini. “In questa giornata particolare”, ha chiosato il popolare giornalista e scrittore, di origini aquilane, Bruno Vespa, “sento il dovere umano e professionale di ricordare il valoroso e romanzesco viaggio dei giornalisti italiani verso l’Abruzzo, in un tempo in cui le strade erano impervie e pochi erano i mezzi di comunicazione, per raccontare la terribile catastrofe naturale che aveva appena colpito il popolo marsicano e l’Italia intera e testimoniare la grande solidarietà e la straordinaria coesione della popolazione durante l’immane tragedia”. Il vescovo dei Marsi, monsignor Pietro Santoro, ha annunciato che oggi pomeriggio, alle ore 17, nella cattedrale di Avezzano sarà celebrata la santa messa in suffragio delle vittime del sisma di un secolo fa. A Tagliacozzo, questa mattina, vi è stata una processione al santuario dell’Oriente con la statua di Sant’Emidio vescovo e martire, in suffragio delle vittime del terremoto del 1915 e in scioglimento del voto per lo scampato pericolo. Tanti fedeli sono accorsi per prendere parte al corteo religioso e poi alla messa. Antonio Salvi