Avezzano. L’Abruzzo sarà in zona rossa da mezzanotte. Alla vigilia dell’entrata in vigore dell’ordinanza del presidente della Regione, Marco Marsilio, che dispone su tutto il territorio regionale le misure previste dall’articolo 3 del Dpcm del 3 novembre, relative proprio alle aree in cosiddetta “fascia rossa”, gli ultimi dati sembrano confermare la necessità di maggiori restrizioni finalizzate a frenare la corsa del virus.
Questo ad Avezzano la piazza era deserta e sembrava che la città fosse in zona rossa già dal pomeriggio. Piazza vuota, negozi semi deserti e pochi bar che assicuravano, sempre secondo le disposizioni, il servizio a domicilio. Una città spettrale quasi in lockdown che si prepara ad affrontare un’altra fase della pandemia, forse una delle più difficili dall’inizio della seconda ondata.
Sono 729 i nuovi casi e 13 i decessi recenti. Il dato più significativo, però, riguarda i ricoveri: 26 in più in poche ore, con il 43,7% dei posti letto di terapia intensiva che è già occupato. Fortissima, dicono gli addetti ai lavori, la pressione sugli ospedali. Il record negativo c’è stato sabato con 939 nuovi casi. Nello stesso pomeriggio l’unità di crisi della Regione aveva parlato di “dati che impongono l’adozione di misure ulteriori rispetto a quelle previste” dalla cosiddetta “zona arancione”.
Così, come ricorda l’Ansa, domenica si è riunito il Gruppo tecnico scientifico regionaleche ha indicato alla Regione la necessità di misure più incisive. Su un tema, però, si è creato lo scontro: la chiusura totale delle scuole, richiesta dagli esperti. Dopo aspre polemiche, andate avanti per tutta ieri, anche a colpi di post sui social con posizioni divergenti tra gli esponenti della stessa maggioranza, è stato trovato un compromesso. Ok alla zona rossa, ma seguendo l’impostazione dell’articolo 3 del Dpcm, che prevede la didattica in presenza per le scuole primarie e per le prime medie. Il presidente di Regione, al termine di una giornata di incontri, tra cui quelli con i sindaci, con i sindacati, con le categorie produttive, ha quindi firmato l’ordinanza, che si limita ad introdurre sul territorio quanto previsto dal Governo per le ‘zone rosse’. Dalla mezzanotte, i cittadini, in caso di spostamenti – sono consentiti solo quelli per comprovate necessità, motivi di salute o lavoro – dovranno avere l’autocertificazione.
Le polemiche, però, non si placano, soprattutto sul tema dei ristori. Le associazioni di categoria, in particolare per quanto riguarda attività commerciali e artigianali, chiedono di “superare il meccanismo inadeguato dei cosiddetti ‘codici Ateco’” e di rapportare gli indennizzi “al calo di fatturato”. Anche Rifondazione Comunista, per voce del segretario nazionale, Maurizio Acerbo, e di quello regionale, Marco Fars, sottolinea che “artigiane e artigiani sono esclusi dai ristori perché non sono tenuti a chiudere. Stupisce che non ci si renda conto che comunque per molti di loro il crollo delle entrate è pressoché totale”. Intanto ci si organizza anche sul fronte sicurezza e controlli, per assicurare il rispetto delle nuove misure.
Stamani, in Prefettura, a Pescara, riunione tecnica di coordinamento interforze. Se “dall’attività svolta nei giorni scorsi è emersa una tendenziale responsabilizzazione dei comportamenti dei cittadini”, sottolineano a Palazzo del Governo, verrà comunque disposta una “implementazione delle attività di controllo da parte delle forze dell’ordine”.