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La magia dei focaracci illumina la città nella notte più lunga in attesa della grande festa

Redazione Cronaca di Redazione Cronaca
26 Aprile 2014
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Avezzano. Ardono i “focaracci” in onore della Madonna di Pietraquaria. Ancora una volta la tradizione si rinnova. È una delle più affascinanti tradizioni di Avezzano che celebra le vicende miracolose della sacra effige di Maria. In ogni quartiere tanta gente riunita attorno al fuoco per una lunga notte di spirituale condivisione e di festosa partecipazione. Filiale devozione ma anche un’occasione per fare festa di strada con cibi preparati alla griglia e vino e birra per brindisi di auguri. Una festività che inizia la sera del 26 Aprile e termina alle prime luci dell’alba del giorno dopo con il pellegrinaggio che dal Santuario della Madonna, attraverso la via crucis del Monte Salviano, arriva fino alle porte della città, dove, una delegazione di avezzanesi, accoglie la processione e il quadro raffigurante la Vergine, che giunge nella Cattedrale per la Messa solenne celebrata al mattino. Le origini di questa particolare devozione sono legate ad un miracolso evento del 1779 e al 27 aprile di quell’anno, ricordato per l’estrema siccità; l’immagine sacra venne portata per la prima volta in processione ad Avezzano al fine di invocare la grazia della Madonna. Le preghiere furono accolte, poiché nel giro di poche ore il cielo si riempì di nuvole e un’abbondante pioggia irrigò i campi. focaracci di via san francesco avezzano madonna pietraquaria (9)Alcune fonti sostengono l’esistenza del borgo abitato di Pietraquaria già in epoca imperiale, ma le prime testimonianze certe risalgono al XII secolo, quando il borgo godeva di una certa importanza tra i paesi del Monte Salviano. All’epoca, era già stata eretta la Chiesa di Santa Maria che custodiva al suo interno il quadro raffigurante la Madonna, collocato sull’altare maggiore. Il paese di Pietraquaria, posto sul Monte Salviano, apparteneva al feudo del Conte d’Albe, signore ghibellino alleato di Corradino di Svevia, sconfitto da Carlo d’Angiò nella battaglia dei Piani Patentini, e l’intero feudo fu oggetto della vendetta da parte del re Carlo che raggiunse la nemica Albe e la distrusse. Secondo la tradizione, Carlo attraversò i casali del Salviano, giungendo a Pietraquaria e costringendo la popolazione ad abbandonare le case per cercare rifugio presso la vicina Avezzano. Il paese, disabitato, cadde in rovina, ma i suoi abitanti esuli portarono nel cuore la devozione all’icona sacra della Chiesa di Santa Maria. Nonostante il lungo tempo trascorso, l’effige sacra fu recuperata intatta tra le rovine della chiesa che intorno alla metà del XIX secolo, divenne oggetto di importanti lavori di restauro e ampliamento con l’aggiunta di un piccolo convento. Grazie all’aiuto del Principe Alessandro Torlonia, nel 1881 la nuova chiesa era pronta e un nuovo campanile si ergeva di fianco all’edificio. I festeggiamenti commemorativi cominciano la sera del 26 aprile con i Focaracci di Pietraquaria: ogni quartiere organizza un falò usando fascine di rami secchi e, intorno ai quali la gente si riunisce per suonare, cantare e mangiare. Secondo la leggenda, la tradizione dei Focaracci nasce da una vivace discussione avvenuta tra gli avezzanesi e gli abitanti di Cese, su chi meritasse la protezione della Madonna di Pietraquaria. Non trovando soluzione, si decise di posizionare la Madonna con lo sguardo girato verso sud affinché fosse Lei a scegliere. Gli avezzanesi accesero dei grandi fuochi in tutta la città, attirando così l’attenzione della Madonna la quale si voltò incuriosita a guardare quanto accadeva ad Avezzano e ne divenne così la protettrice. La lieta ricorrenza viene sempre festeggiata con la dovuta solennità da parte dei fedeli i quali offrono con tutto il cuore alla Vergine Santissima del Salviano il proprio affetto filiale e fervide preghiere perché dia loro sempre il suo aiuto e la sua protezione. Gianluca Rubeo

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