Avezzano. “La mafia uccide, il vostro silenzio pure”. Questa frase di Peppino Impastato, è stato il titolo dell’incontro sulle tematiche legate alla mafia promosso dal dirigente scolastico, Corrado Dell’Olio e curato dagli studenti della I C dell’Istituto d’Istruzione superiore “Galileo Galilei”con la professoressa Patrizia Piccinini. Il professor Sandro Tuzi ha moderato l’incontro che ha visto la presenza di Caterina Chinnici, magistrato, insieme al vescovo dei Marsi Pietro Santoro. Il magistrato ed europarlamentare ha parlato dell’attentato del padre, il giudice Rocco Chinnici, ucciso a Palermo da Cosa Nostra il 29 luglio 1983 con una Fiat 126 verde imbottita con 75 chili di esplosivo. “In quella esplosione”, ha affermato, “si sono rotti i vetri della abitazioni, si è addirittura creata una voragine sulla strada, e quella voragine, allo stesso tempo, si è creata anche nel terreno che avevamo sotto i piedi della nostra famiglia privata di quel senso di sicurezza che mio padre ci aveva dato fino ad allora: ma i suoi valori sono rimasti”. “Dopo quel tragico giorno lui non c’era più al nostro fianco”, ha raccontato l’europarlamentare Chinnici, “ma quel bacio sulla fronte che ci dava mio padre e che era in realtà più un messaggio, ha continuato a darcelo. Dopo quel 29 luglio nulla è stato più come prima e nulla poteva essere più come prima”.
La Chinnici ha parlato del suo libro, dal titolo “È così lieve il tuo bacio sulla fronte”, che racconta la vita della sua famiglia prima e dopo la tragica uccisione. “Non ho voluto solo parlare del giudice Chinnici”, ha spiegato ai ragazzi, “ma ho voluto ricordare anche l’uomo che era e che ha avuto grande attenzione per i giovani. La sua intuizione fu quella di andare nelle scuole cercando di far comprendere ai ragazzi l’importanza della cultura. Ora il mio impegno è quello per la costituzione della Procura europea”. Ha infine inoltre gli studenti a ricordare il valore della memoria. “La scuola ci trasmette cultura e con la cultura si puo avere libertà”, ha sottolineato, “siete nella condizione di poter scegliere cosa fare della vostra vita”. Rocco Chinnici è noto anche per l’idea dell’istituzione del “pool antimafia”, che diede una svolta decisiva nella lotta alla mafia. Ad azionare il detonatore che provocò l’esplosione fu il sicario della mafia Antonino Madonia. Accanto al suo corpo giacevano altre tre vittime raggiunte in pieno dall’esplosione: il maresciallo dei carabinieri Mario Trapassi, l’appuntato Salvatore Bartolotta, componenti della scorta del magistrato, e il portiere dello stabile di via Pipitone Federico, Stefano Li Sacchi. L’unico superstite fu Giovanni Paparcuri, l’autista. Ad accorrere fra i primi furono due dei suoi figli, ancora ragazzi.