Avezzano. Nell’ambito della XX edizione della Stagione Musicale di Harmonia Novissima, sabato sera (29 novembre), alle ore 21,00 al Teatro dei Marsi, sarà rappresentata la celebre opera lirica NORMA di Vincenzo Bellini, uno dei massimi capolavori dell’Ottocento, opera regina del belcanto romantico, dove spiccano arie che hanno fatto la storia del canto lirico; una per tutte Casta Diva, di cui si ricordano memorabili interpretazioni di Maria Callas, Montserrat Caballé, Renata Tebaldi, e tante altre dive della lirica.
Il sottotitolo originale è Tragedia Lirica in due atti, con musica di Vincenzo Bellini composta su libretto di Felice Romani.
La prima rappresentazione fu a Milano, al Teatro alla Scala, il 26 dicembre 1831.
Sabato sera ad Avezzano sarà rappresentata la versione originale integrale, con cantanti solisti nei panni dei protagonisti, con coro, orchestra, scenografie e costumi.
Personaggi e Interpreti
Norma Renata Campanella
Pollione Diego Cavazzin
Adalgisa Angela Schisano
Oroveso Massimiliano Catellani
Clotilde Anna Capiluppi
Flavio Domenico Porziello
Coro dell’Opera di Parma
Maestro del Coro Ruben Ferrai
Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane
Maestro Concertatore e Direttore: Stefano Giaroli
Regia Alessandro Brachetti
Scene e Costumi: Arte Scenica Reggio Emilia
Maestro alle luci: Marco Ogliosi
Coordinamento Musicale: Antonio Braidi
Assistente ai Costumi: Marta della Monica
Capo squadra tecnica: Gabriele Sassi
Segreteria Organizzativa: Elena Cattani
Biglietti da € 20 a € 35
Agevolazioni per ragazzi e studenti under25
Online su diyticket.it
Info e prenotazioni: 329.9283147
LA TRAMA DI NORMA
ATTO PRIMO La vicenda si svolge nelle Gallie, all’epoca dell’invasione Romana Nella foresta sacra dei Druidi il gran sacerdote Oroveso annuncia l’arrivo di Norma, la sacerdotessa sua figlia, che compirà il sacro rito in omaggio alla divinità lunare. Intanto Pollione, segreto amante di Norma da cui ha avuto due figli, incontra l’amico Flavio e gli confida di essersi innamorato di un’altra sacerdotessa (Adalgisa) e di voler con lei fuggire alla volta di Roma, temendo l’ira e la vendetta di Norma. I guerrieri Galli esortano Norma ed Oroveso a dare l’ordine di sterminare gli oppressori romani, ma Norma, quale interprete della volontà divina, asserisce che l’ora della rivolta non le è ancora stata comunicata dagli dèi. Intona quindi una preghiera alla luna, al termine della quale congeda l’assemblea dei Galli, che si allontana invocando il giorno della vendetta. Nella sacra foresta rimane solo Adalgisa, subito raggiunta da Pollione che la invita ad abbandonare le sue divinità e a seguirlo a Roma; la fanciulla, alfin convinta, promette di fuggire con lui l’indomani. Nella sua abitazione, Norma confida a Clotilde d’aver appreso che Pollione è richiamato in patria: teme che il proconsole abbia intenzione d’abbandonarla e le affida i due figli per poter rimaner da sola ma la raggiunge Adalgisa che, ignorando la relazione tra Norma e Pollione, le confida il suo colpevole amore senza rivelare l’identità dell’amato; narra il primo incontro e Norma commossa, al ricordo del suo idillio con Pollione, scioglie Adalgisa dai suoi voti e la congeda, invitandola a vivere liberamente con l’amato. All’arrivo inatteso del proconsole, Norma comprende che è proprio lui l’uomo amato dalla fanciulla ed in preda al furore, la mette in guardia contro l’infedeltà del romano. Adalgisa, sconvolta dalle rivelazioni, rimprovera Pollione di averla ingannata e rifiuta di seguirlo. I Druidi, intanto, richiamano Norma alla celebrazione dei sacri riti; Pollione si allontana, furente, e Adalgisa informa Norma che intende rinunciare al proprio amore.
ATTO SECONDO Nella abitazione di Norma. Norma decide di vendicarsi uccidendo i due bambini avuti da Pollione; ma quando entra, nottetempo, nella stanza in cui dormono brandendo un pugnale, il sentimento materno prevale. Fa chiamare Adalgisa e le affida i figli , pregandola di condurli all’accampamento romano: lei ha deciso di morire. Adalgisa, disperata, tenta di dissuaderla, e promette di intercedere in suo favore presso il proconsole romano, al quale ella ha definitivamente rinunciato; commossa, Norma l’abbraccia e le assicura la sua eterna amicizia. Nella foresta intanto, Oroveso annuncia ai guerrieri galli la prossima partenza di Pollione, che verrà sostituito da un proconsole ancor più temibile; ma invita tutti ad attendere con pazienza l’ora dell’insurrezione dato che Norma non ha ancora dato il responso. Norma spera ancora che Pollione possa tornare al suo amore, ma Clotilde la dissuade, rivelandole che il proconsole è deciso a rapire Adalgisa e a condurla a Roma. Sconvolta e desiderosa di vendetta, Norma chiama a raccolta i guerrieri galli, annunciando loro che è giunta l’ora di ribellarsi a Roma. Poco dopo Pollione, sorpreso nel sacro recinto delle vergini, viene arrestato e condotto al tempio; Norma vorrebbe ucciderlo ma poi, mossa a pietà, allontana tutti col pretesto d’interrogare il prigioniero, per scoprire l’identità della sacerdotessa sua complice. Rimasti soli, Norma lo supplica di tornare al suo amore ma Pollione rifiuta, poi, di fronte alla minaccia di uccidere i due figli e mandare al rogo Adalgisa, accetta le condizioni impostegli. Rientrano i guerrieri e i sacerdoti e Norma annuncia loro d’aver scoperto il nome della donna spergiura e traditrice: tra lo stupore e la costernazione generale accusa se stessa del misfatto, e ordina che venga eretto il rogo sul quale andrà a morire. Prega Oroveso di prendersi cura dei figli (“Deh, non volerli vittime”) e si avvia verso il rogo, mentre Pollione, straziato dal rimorso e resosi conto d’amare ancora quella donna generosa e sublime, decide di seguirla unendosi al suo tragico destino.







