Sembra non avere pace la mamma marsicana del bambino immunodepresso guarito dalla leucemia ma che non poteva andare a scuola a causa di alcuni alunni non vaccinati. Il rischio era troppo alto e la vicenda alcuni giorni fa è diventata un caso nazionale. La situazione alla fine si era risolta ma i guai sono continuati. Infatti i novax hanno pubblicato su Facebook nomi e cognomi dei genitori e dello zio, accusandoli di aver preso soldi per difendere i vaccini.
La disavventura senza fine e incredibile capitata alla mamma di origini tagliacozzane, lascia senza parole. A raccontarla è Open dopo che l’avvocato della famiglia del piccolo è riuscito a entrare in un gruppo Facebook di genitori novax salvando degli screen delle conversazioni riguardo alla vicenda.
Dopo che il caso è stato portato all’attenzione dell’opinione pubblica dai genitori del bambino, se da un lato il bambino è potuto rientrare nella scuola romana e il problema è stato risolto proprio grazie a tutto questo rumore fatto, dall’altro è cominciata una persecuzione nei confronti della famiglia. Prima insulti e accuse, poi una vera e propria schedatura.
“Siamo spaventati“, ha spiegato la mamma, “abbiamo paura di tornare a scuola”. La schedatura è avvenuta sul gruppo Facebook “Genitori e bambini liberi e sani – Popolo Unico“. “La madre si chiama Sara ****”, scrivono, “il padre Simone ***** ed è un musicista di discreto successo. Lo zio si chiama Alessandro ****** e ha lavorato nell’esercito”. Accanto a ogni nome ci sono dei link che rimandano ai loro profili Facebook e un invito. “Fatevi un giro su bacheche e foto e fatevi la vostra opinione”.
Un utente scrive: “Ho appena postato una foto del bel quadretto familiare. Fatelo tutti, facciamoli vergognare a ‘sti pietosi. Strumentalizzare un figlio per trenta denari”. E’ stata postata anche una foto che ritrae Sara, Simone e il bambino in udienza dal Papa. Per i no vax, è la prova che mentono perché secondo loro se possono portare il figlio all’udienza possono anche mandarlo a scuola. Ora i genitori hanno paura e temono che le minacce web possano trasformarsi in minacce concrete. Gli autori dei post sono stati denunciati dal legale della famiglia.