Avezzano. Non si è svolto come una tradizionale conferenza il convegno-dibattito dal titolo “Donazione e trapianto, parliamone con Lino Guanciale” tenutosi ieri al Catello Orsini di Avezzano. Si è trattato di un dialogo aperto che si è avvalso dell’intensa interazione tra il numeroso pubblico e un team di esperti costituito dalla dottoressa Daniela Maccarone – coordinatrice regionale Trapianti d’Organo, professore Francesco Pisani – primario del Centro Trapianti dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila, dottore Angelo Blasetti – anestesista e rianimatore presso l’ospedale di Avezzano, professore Alessandro Nardis – docente di filosofia presso il Liceo Scientifico di Avezzano. Lo scambio di informazioni ha dato l’opportunità ai presenti di conoscere i meccanismi che sono alla base del complesso mondo delle donazioni e dei trapianti di organi. Come si assegnano gli organi? I trapianti si possono considerare delle terapie sperimentali? In che modo i giovani si approcciano a questo delicato tema? Chi è il donatore di organi? Sono state queste alcune delle domande che hanno dato il via alla manifestazione organizzata dalla sezione di L’Aquila dell’Antr (Associazione nazionale trapiantati rene) coordinamento per l’Abruzzo, con il patrocinio del comune di Avezzano.
“L’obiettivo della manifestazione”, ha dichiarato Giovanni Mancini, presidente dell’associazione Antr, “è quello di sensibilizzare le masse. Siamo qui oggi per aiutare ad abbattere le paure che affliggono molte persone nell’ambito delle donazioni e dei trapianti e ricordare che donare equivale a salvare altre vite”. Parola al sindaco della città, Gabriele De Angelis, che ha dichiarato di voler percorrere assieme alle associazioni il cammino verso l’aumento del numero dei consensi: “Si tratta di un tema molto sentito nel tessuto sociale. L’amministrazione comunale si impegnerà a sostenere le associazioni in modo concreto con qualche vetrina in meno e qualche ora di lavoro in più”. “Divulgare la cultura della donazione è importante”, ha affermato Maria Teresa Colizza direttore sanitario Asl, “donare vuol dire cedere gratuitamente qualcosa. Con questo gesto miglioriamo la qualità della nostra vita e ci arricchiamo”. La dottoressa Daniela Maccarone ha successivamente illustrato diverse statistiche relative ai consensi e ai dissensi – quest’ultimi in maggioranza numerica – della popolazione nei riguardi delle donazioni. Ha parlato poi dei risultati che negli anni il centro di trapianti ha raggiunto in Abruzzo e Molise, della riduzione del numero dei viaggi della speranza grazie alle convenzioni effettuate con il Policlinico Gemelli e della novità riguardante il rilascio di una dichiarazione di volontà alla donazione dei propri organi e tessuti che sarà inserita tra i dati del documento di riconoscimento. “Dobbiamo scegliere in vita cosa fare dei nostri beni perché ci sono persone che aspettano”, ha dichiarato, “i beni più preziosi che abbiamo sono i nostri organi. Noi stessi rappresentiamo delle risorse indispensabili”. “L’informazione ha un ruolo molto importante”, ha continuato Angelo Blasetti, anestesista e rianimatore presso l’ospedale di Avezzano, “sono molti gli aventi diritto alla donazione che hanno paura di effettuare un trapianto a causa della poca conoscenza del tema. Le manifestazioni come questa aiutano a sbloccare le persone e a spiegare in modo più semplice ciò che è difficile da comprendere. La disattenzione è molto presente ma ci stiamo lavorando”. I giovani si approcciano in modo diverso alle donazione e ai trapianti come ci ha spiegato il professor Nardis, docente di filosofia nel Liceo Scientifico di Avezzano: “Ho fatto un sondaggio a scuola. Ci sono stati alunni che hanno spontaneamente mostrato la loro approvazione e altri che invece si sono trovati in difficoltà nell’affrontare questo tema perché distanti dal concetto della morte. L’azione di donare se è una scelta libera è una scelta morale”. Il professor Francesco Pisani, primario del Centro Trapianti dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila ha concluso: “I trapianti hanno rappresentato una rivoluzione nella storia. Noi oggi, infatti, curiamo senza asportare. Dare gli organi vuol dire salvare una vita umana”. A riportare la sua testimonianza durante l’evento è stato un ragazzo 23enne trapiantato che ha affermato: “Mi adopero per aiutare gli altri. Dobbiamo coinvolgere più persone possibili come fossimo una catena umana perché un donatore moltiplica la vita”. L’attore Lino Guanciale, infine, leggendo alcuni versi e riportando quella che è stata la sua personale esperienza ha voluto lanciare un messaggio: “L’atto di donare è alla base del nostro stare insieme. Una buona cultura della donazione è indice di una buona società”. Giorgia D’Ascanio