Avezzano. La comunità cristiana marsicana entra nel vivo delle celebrazioni pasquali col “Triduo Santo” e con le tradizionali processioni dai rituali secolari. Tempo centrale di tutto l’anno liturgico, il Triduo celebra gli eventi del Mistero pasquale, ossia l’istituzione dell’Eucarestia, del sacerdozio ministeriale, con il comandamento dell’amore fraterno, la passione, la morte e la resurrezione di Gesù Cristo. Nel pomeriggio di ieri in cattedrale si è tenuta la messa crismale. Il vescovo, monsignor Pietro Santoro, ha benedetto gli oli santi: l’olio dei Catecumeni, quello degli Infermi e l’olio Crismale. Alla celebrazione ha preso parte tutto il clero diocesano per rinnovare le proprie promesse sacerdotali. Presenti anche le religiose della diocesi, i movimenti, i gruppi, le associazioni, le confraternite e tantissimi fedeli. In tutte le Parrocchie della Marsica giovedì pomeriggio la messa ” In Coena Domini” per celebrare l’istituzione del sacramento dell’eucaristia come rito memoriale della nuova ed eterna alleanza. È la festa dell’amore fraterno che sostanzia di sé la Santa Chiesa del Signore e la fa rivivere e camminare sulle vie impervie del mondo e della storia. Suggestivo il rito della lavanda dei piedi, semplice e carico di significato, esprime il valore dell’amore verso i fratelli che si traduce in accoglienza e ospitalità, cioè in servizio permanente. “Non possiamo celebrare l’eucaristia senza stare l’uno accanto all’altro, non possiamo celebrare l’eucaristia senza portare le croci gli uni degli altri” ha detto monsignor Pietro Santoro durante l’omelia in cattedrale. Nella chiesa di San Francesco a Tagliacozzo l’altare della reposizione è stato allestito da Emanuele Moretti, giovane artista marsicano, già protagonista di numerose esposizioni in tutto il mondo. Padre Attilio Terenzi, nell’omelia ha sottolineato la necessità per ciascuno di passare dalla mera ritualità all’intima relazione con la grazia santificante dell’istituzione di questo sacramento. In tarda serata, e nonostante la pioggia battente, tantissimi marsicani hanno affollato le chiese per l’omaggio agli altari della reposizione, tradizionalmente e impropriamente detti “sepolcri” dove la pietà popolare ha accostato nei secoli l’idea di una tomba, cogliendo in esso una metafora della morte e sepoltura di Gesù, e non una solenne esposizione eucaristica a disposizione dei fedeli per l’adorazione durante tutta la notte. Gianluca Rubeo