Pescina. C’è anche la casa natale dello scrittore Ignazio Silone a Pescina tra gli edifici finiti nel mirino degli inquirenti nell’inchiesta del Corpo Forestale dello Stato che ha portato ai sette arresti tra Umbria e Abruzzo. Casa Silone entra nell’indagine in relazione a due indagati, Giampiero Piccotti, 80 anni, e Angelo Riccardini, 55, entrambi originari di Gubbio. I due secondo quanto si legge nell’ordinanza del Gip Sarandrea, erano al centro, con altri, di un sistema consortile che distribuiva le opere di ricostruzione e “la progettazione direzione e realizzazione delle opere ammesse a finanziamento pubblico a cui partecipavano le ditte poi divenuta appaltatrici che per il solo fatto dell’adesione venivano indotte a pagare l’importo pari al 17% 20% del valore delle commesse somma che in parte andava destinata al pagamento corruttivo di altri”. Nel caso della casa di Silone, dell’importo di 700mila euro, l’accusa è quella di aver agito “in concorso tra loro” per porre “in essere atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere legali rappresentanti di altre società a cedere il proprio credito verso i committenti”, come si legge nell’ordinanza. Nel mirino era finita anche la scuola elementare Clemente di Bugnara (L’Aquila), importo circa 1,7 mln di euro, e chiama in causa due funzionari pubblici, Antonio D’Angelo del Comune di Bugnara nonchè rup e ufficio tecnico del comune di Bussi, e Angelo Melchiorre, in questo caso membro della commissione di gara, ma a sua volta responsabile dell’ufficio tecnico a Bussi. Un imprenditore ha confessato di aver pagato una tangente di 10mila euro “al fine di ricevere copia del bando di gara prima della pubblicazione ufficiale nonché il progetto preliminare dei lavori al fine di elaborare preventivamente le proposte migliorative e aggiudicarsi la gara per la ristrutturazione della scuola”. L’imprenditore non verrà avvertito del bando e perderà la possibilità di parteciparvi.