Avezzano. La Cantina del Fucino comunica che da lunedì sono aperti i conferimenti delle uve da parte dei soci. La qualità delle uve quest’anno si presenta eccellente ma la vera novità è rappresentata dall’avvicinamento dei giovani alla riscoperta della coltivazione e dal ripristino dei vigneti abbandonati.
In questi ultimi periodi il mercato ha registrato il crescente interesse per il vino prodotto con vitigni derivanti da coltivazioni di montagna – oltre 700 metri. Le Regioni più impegnate ad oggi, in questo tipo di coltura, risultano: Valle d’Aosta e Trentino Alto Adige.
Le vendite di “vino di montagna” sono aumentate, a seguito della richiesta dei consumatori. Infatti i vitigni, in genere autoctoni, sono molto richiesti. La nostra area collinare e montana marsicana (in presenza di profondi mutamenti ambientali e di aumento medio delle temperature) potrebbe diventare compatibile per “lanciare” una campagna di recupero e sviluppo di vigneti in quote superiori ai 700 metri e per avviare sperimentazioni in zone più elevate fino a 900 – 1.000 metri.
L’obiettivo della Cantina del Fucino è volto in un primo momento a redigere una mappa delle vigne già coltivate a oltre 700 metri, a promuovere vigneti in alta quota in via sperimentale e, sulla base dei risultati, a incrementare tali coltivazioni.
“Questo progetto”, ”, ha dichiarato il presidente Lorenzo savina, “partendo dalla vigna, potrebbe rappresentare una grande occasione di ‘recupero produttivo’ delle nostre molteplici aree montane, un tempo ( fino al prosciugamento del lago) utilizzate per coltivazioni di grano, lenticchie, fagioli , mele, pere, ciliege, fichi, mandorle , noci, e, soprattutto ,vigneti e uliveti, oltre che rappresentare un valido intervento a freno del dissesto idrogeologico, problematica che è di ampia diffusione. E ancora “Il progetto è rivolto essenzialmente ai giovani e al mondo femminile dell’imprenditoria agricola: vista la crescente presenza di donne e giovani nella gestione di aziende agricole e, in particolare, di vigne in tutta Italia”.
Si tratta quindi di un’iniziativa in grado di trasformarsi in una grande opportunità di recupero produttivo delle nostre aree montane, richiamando attività tradizionali come grano, legumi, frutta e soprattutto vigneti e oliveti, ma soprattutto coinvolgendo giovani e imprenditrici agricole.
“In tale contesto la Cantina del Fucino si pone l’obiettivo fondamentale per il futuro delle aree interne, che non può limitarsi a generici richiami, ma deve svilupparsi attraverso progetti e sostegni pubblici (PNRR segmento zone interne)”, ha proseguito Lorenzo Savina, “senza i quali, i nostri obiettivi non avrebbero alcuna possibilità di successo. Naturalmente tutto dipende dall’ interesse dei giovani e dalle decisioni Istituzionali. La Cantina s’ impegna prossimamente ad organizzare un convegno conoscitivo e di diffusione progettuale, rivolto soprattutto ai giovani invitandoli a valutazione, osservazioni e suggerimenti”.