Pescasseroli. Il Maestro Amos Talmon chiama da Tel Aviv e il direttore abruzzese torna in Israele alla testa della Haifa Symphony Orchestra, per una performance che si terrà domenica 16 marzo alle ore 20 presso l’Herzliya Center of Performing Arts. In programma il I concerto per pianoforte di Johannes Brahms, con solista Alon Kariv e la V sinfonia di Ludwig van Beethoven op. 67.
Rubiamo il titolo di uno dei brani più celebri e distintivi della Count Basie Orchestra, One O’Clock Jump, per far da sottofondo al ritorno, dopo solo qualche settimana, del Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli alla testa della Haifa Symphony Orchestra, in quel di Tel Aviv, per dirigere domenica 16 marzo, alle ore 20, presso l’Herzliya Center of Performing Arts, nell’ambito della XXI stagione sinfonica, il Concerto per pianoforte n. 1 in Re minore, op. 15 di Johannes Brahms, affidato al giovane e talentuoso pianista israeliano Alon Kariv, e la Sinfonia n. 5 in Do minore, op. 67di Ludwig van Beethoven.
“Sono felice di ritornare quasi nell’immediato – ha affermato il Maestro Jacopo Sipari –, su invito del Maestro Amos Talmon, per un programma molto particolare e che veste bene il mio sentire musicale. Sono molto legato al primo Concerto per pianoforte di Brahms, poiché segnò il ritorno post-Covid sul podio di una delle orchestre più prestigiose d’Europa, la Athens State Orchestra, per un concerto al Megaron di Atene, con il pianista Titos Gouvelis quale solista, e ho piacere nel riproporlo poiché è come se fosse una grande sinfonia, in cui la massa orchestrale è più che partecipe. Si legge in partitura il segno brahmsiano e il percorso per giungere a questa intensità dell’autore, in particolare nel secondo movimento, tra le cose più pregnanti mai scritte. Nulla invece di più attuale e, purtroppo, dopo oltre duecento anni dalla composizione. Noi uomini della fine, in questi tempi saturi, che stanno esaurendosi, abbiamo bisogno di “sentire” dopo aver toccato con mano l’inesorabilità e la disillusione della vita, quel finale così dirompente e l’invito a sollevare sguardo e testa, guardando con fiducia a un futuro stavolta probabile”.
“L’esperienza di suonare con questa splendida orchestra – ha continuato il giovane pianista Alon Kariv – è stata fantastica. Ho imparato tanto dal Maestro Jacopo Sipari su come approcciare la partitura di Brahms e la musica tutta. Confesso il mio leggero nervosismo all’inizio della prova, ma ho subito avvertito di essere in ottime mani. Sono rimasto stupito dalla capacità del Maestro di mantenere l’attenzione dell’orchestra per l’intera prova. Mi sono sentito, così, libero di essere spontaneo, poiché so di essere magnificamente sostenuto sia dal direttore che dall’orchestra”.
“Appena abbiamo ricevuto notizie – ha concluso il Maestro Amos Talmon – che il direttore d’orchestra, al quale originariamente era stato affidato questo concerto, si era ammalato, ho subito iniziato a pensare a tutte le possibili opzioni di sostituzione. La mia prima chiamata è stata al caro amico Jacopo: perché? Perché sapevo che avrebbe fatto di tutto per aiutarmi a risolvere il problema e perché solo poche settimane fa aveva entusiasmato il mio pubblico abbonato con una brillante esecuzione della Sinfonia n. 2 di Rachmaninov. Jacopo mi ha reso felice saltando letteralmente sul primo aereo possibile per tornare a Tel Aviv, e aggiungo che i musicisti della Haifa Symphony Orchestra sono stati entusiasti di tornare a far musica con lui dopo sole poche settimane”.
Programma impegnativo, quello scelto dal direttore artistico Talmon per la serata di domenica, che verrà inaugurata dal Concerto per pianoforte n. 1 in Re minore, op. 15 di Johannes Brahms, con solista Alon Kariv. L’elemento chiave di questo problematico capolavoro consiste nel contrasto e nel lavoro per risolverlo tra l’adozione di uno schema classico e l’ambizione irrealizzabile di creare un modello alternativo, contraddizione insanabile nel 1857, ma che verrà risolta vent’anni dopo con il secondo concerto op. 85. Tra gli elementi positivi del concerto a cui si deve il suo fascino, la risoluzione psicologica dello Sturm und Drang, il superamento di quei blocchi, il coraggio di un giovane autore di 24 anni nel passare oltre le sconfitte. Il ruolo assunto dall’orchestra, la dialettica, a volte ancora impari, fra questa e il solista (non per altro, la partitura fu ironicamente definita dai critici Sinfonia con pianoforte obbligato), fu una conquista destinata a lasciare grandi frutti. Col tempo, tuttavia, come spesso accade, l’opera è stata valutata per se stessa. È venuto fuori, allora, per intero il suo altissimo valore artistico: la sua grandiosità architettonica e, ancor più, la sua generosità sul piano degli affetti, spazianti dalla monumentalità tragica del celebre tema d’apertura alla dolcezza intima e malinconica alternata a momenti di sospensione estatica dello splendido Adagio, così tipicamente brahmsiano, fino all’entusiasmo liberatorio del rondò finale.
La seconda parte del programma sarà interamente dedicata all’esecuzione della Sinfonia n. 5 in Do minore, op. 67 di Ludwig van Beethoven. È un Beethoven titanico, quello della Quinta. Ma è anche un Beethoven più asciutto e meno enfatico rispetto a quello dell’Eroica. La forma stessa è essenziale, senza espansioni retoriche, la coerenza interna rigorosa. I temi sono netti e concisi, come lo scarno inciso d’apertura, un motto di sole quattro note. Così si apre il primo movimento, l’Allegro con brio. Ancora sull’inciso “del destino” è fondato il primo tema, che percorre interamente la Sinfonia rendendola ulteriormente più solida e unitaria.
Jacopo Sipari di Pescasseroli
Laureatosi con Marco Angius con il massimo dei voti e lode in direzione d’orchestra, composizione e direzione di coro presso il Conservatorio di Trieste, diplomato anche in canto lirico presso il Conservatorio dell’Aquila, a cui accoppia saperi classici, essendo avvocato della Sacra Rota, con un dottorato in diritto penale e uno in lingua latina medievale, e comunica in quattro lingue. È attualmente direttore artistico del Festival di Tagliacozzo, direttore principale del Teatro dell’Opera di Varna, direttore musicale di Sacrum Festival e direttore musicale dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese, nonché docente di esercitazioni orchestrali presso il Conservatorio “Gesualdo da Venosa” di Potenza.
Alon Kariv, pianista
È uno dei giovani musicisti più illustri del suo paese natale, Israele. Fin dalla prima infanzia, ha vinto i primi premi in tutti i concorsi pianistici nazionali israeliani e si è esibito nelle sale e nelle serie di concerti più prestigiose del paese. Ha suonato con molte delle maggiori orchestre israeliane, tra cui The Israel Philharmonic Orchestra, Jerusalem Symphony Orchestra e Haifa Symphony Orchestra.