L’Aquila. Come si può “Rifare l’Italia”? Come si fa a cambiare rotta? Se lo stanno chiedendo gli under 40 del Pd che, dopo la tappa di Pesaro, si sono riuniti all’Aquila per discutere insieme il futuro di un paese provato dalla crisi economica quanto da quella generazionale. “La seconda delle quattro tappe previste dal tour “Rifare l’Italia”, è andata molto bene”, ha spiegato Michele Fina responsabile nazionale Politiche del paesaggio nel dipartimento cultura del Pd “forse più della prima tappa che si è tenuta a Pesaro. Le prossime due assemblee si terranno una nel sud, dove parleremo di Europa, e una nel nord, dove invece il tema sarà il Mezzogiorno, mentre l’assemblea finale si terrà a Roma, forse a gennaio, con Pierluigi Bersani”. L’incontro nell’auditorium dell’Ance all’Aquila non è stato solo un appuntamento per far incontrare la nuova generazione del Pd, ma anche per iniziare a gettare le base di un nuovo futuro politico. “La partecipazione è stata alta non solo per la presenza di molti cittadini, ma anche per la qualità dei presenti: sindaci, consiglieri provinciali, rappresentanti istituzionali arrivati da tutta Italia”, ha continuato Fina, “insieme abbiamo capito che se questa legge elettorale non viene cambiata i parlamentari devono essere scelti con le primarie. Oggi non basta più la carta d’identità per essere scelti, non è questo che serve all’Italia”. Alla seconda assemblea “Rifare l’Italia” erano presenti “diverse generazioni a confronto proprio perché non basta più togliere un vecchio e mettere un nuovo, servono le idee nuove, un nuovo approccio alla politica, e un nuovo modo di vedere l’Italia”. I democratici under 40 non hanno potuto fare a meno di commentare i fatti di sabato e la protesta degli indignati a Roma. “Abbiamo condannato come tutti gli scontri di sabato pomeriggio a Roma”, ha concluso il responsabile nazionale Politiche del paesaggio nel dipartimento cultura del Pd, “ma abbiamo riflettuto sul fatto che gli indignati se la prendono con le banche, con i simboli della finanza e dell’economia, e non con la politica perché ormai la politica è impotente. Per questo servono nuove regole ed è necessario costruire una nuova classe dirigente in grado di saper amministrare. Il compito che ci stiamo dando è storico, ma solo in questo modo il Paese potrà essere rilanciato. L’Italia non ha bisogno di giochi di governo o governi istituzionali, servono le elezioni subito”.