Le interazioni tra farmaci e cibo possono avere numerosi effetti collaterali e possono influenzare il buon esito di una terapia. Ma come avviene ciò? Per risolvere dubbi circa questo processo (che spesso ci riguarda nella quotidianità), la redazione di MarsicaLive ha intervistato il dottor Arcangelo Di Legge della farmacia Santa Caterina di Avezzano.
Partiamo con una delle perplessità che più ci assale: è meglio assumere farmaci a stomaco vuoto o pieno? “Far coincidere con il pasto l’assunzione dei farmaci”, ha dichiarato Di Legge, “può prevenire effetti irritativi di alcune molecole sulla mucosa gastrica e inoltre ci aiuta a non dimenticarne l’assunzione migliorando l’aderenza alla terapia. Quando però le potenziali interazioni possono portare ad effetti avversi ed a conseguenze pericolose è meglio evitare di assumere i farmaci con il cibo”.
Ma facciamo un passo indietro. Com’è possibile che il cibo influenzi l’efficacia di un farmaco? Di Legge ci ha spiegato che sono diversi i livelli di interazione farmaco-alimenti che possono portare a una variazione del medicinale nel sangue con eventuale potenziamento o eliminazione dell’effetto per cui esso viene assunto.
Ecco qualche esempio. “I cibi solidi e caldi rallentano lo svuotamento gastrico e rallentano l’azione del farmaco. I cibi liquidi e freddi invece”, ha continuato Di Legge, “accelerano lo svuotamento dello stomaco e rendono più veloce l’azione del farmaco. Un esempio molto conosciuto è quello della vitamina K contenuta nelle verdure a foglia larga e nei cavolfiori: chi assume terapia anticoagulante sa bene che deve dosare bene la quantità di queste verdure poiché modifica fortemente l’efficacia della terapia farmacologica e può esporre a problemi di emorragie”.
Ci sono degli alimenti a cui più di altri bisogna prestare attenzione. “Tra i vari abbiamo: alcool (che può aumentare il rischio di gastrite ed ulcera in chi assume antinfiammatori, può provocare una pericolosa riduzione della pressione sanguigna in chi fa uso di nitrati), latte e latticini (le proteine del latte possono compromettere l’efficacia di alcuni antibiotici soprattutto fluorochinoloni e tetracicline limitandone l’assorbimento intestinale), succo di pompelmo (provoca un forte aumento delle concentrazioni nel sangue di antiaritmici, sedativi, farmaci antirigetto e farmaci contro il colesterolo, in particolare nelle persone anziane), caffeina (è opportuno evitare l’assunzione di caffeina in concomitanza con farmaci a base di pseudoefedrina perché potrebbe potenziale gli effetti collaterali a livello cardiocircolatorio e dare tachicardia, ipertensione e aritmia“, ha concluso.