Avezzano. A causa delle sostanze stupefacenti assunte per anni, al momento dell’omicidio del giovane marocchino Said Erradi non capaci di intendere e di volere. E’ quanto stabilito nei confronti di Angelo Ferreri (33) e Angelo Rodorigo (32), accusati di omicidio premeditato, rapina aggravata, detenzione illecita di oggetti atti ad offendere e minaccia dal consulente tecnico d’fficio, la psicologa e psicoterapeuta Marialuisa Rossi. Per quanto riguarda il terzo imputato, Antonello Ferreri (35), il processo continuerà n modo ordinario. Tutto ciò è emerso ieri davanti al Gup del tribunale di Avezzano Maria Proia.
Secondo quanto emerso dalla perizia del consulente del giudice, Angelo Ferreri, nella ricostruzione del giorno del delitto era in “uno stato di confusione generale in cui riferisce di aver assunto alcol, cocaina ed eroina nel periodo in cui fumava assiduamente anche crack. E’ evidente che lo stato in cui versava”, aggiunge il perito, “non era tale da permettergli di avere cognizione reale di quanto accaduto”. Anche Angelo Rodorigo, sempre secondo il Ctu, “all’atto della commissione del reato contestato, verosimilmente, poteva essere interessato da una totale incapacità di intendere e volere e da una totale incapacità di autodeterminarsi difronte ad azioni che si profilavano quali reati”. Per tale motivo “è da ritenersi verosimilmente incapace di intendere e volere in quanto evidentemente non in grado al momento di valutare adeguatamente la portata e le conseguenze delle azioni che andava compiendo”. Il pubblico ministero era Lara Seccacini mentre i difensori erano Roberto Verdecchia, Antonio Milo e Stefano Guanciale. Il delitto Erradi, che vede sotto accusa i tre avezzanesi, risale alla notte tra il 3 ed il 4 dicembre 2013 quando i due fratelli Ferreri e Rodorigo decidono di uscire insieme: a metà serata, contattano telefonicamente la vittima con l’intenzione di prendere la sostanza stupefacente senza pagarla. A questo punto il ragazzo marocchino, resosi conto della situazione, decide di darsi alla fuga, ma i tre amici cominciano a seguirlo. Antonello Ferreri scende, mentre gli altri due continuano l’inseguimento in auto. Dopo repentini cambi di direzione e fughe attraverso vicoli, il marocchino viene investito davanti a un cancello e poi derubato. Per Antonello Ferreri il processo è stato aggiornato, mentre gli altri potrebbero essere prosciolti col rito abbreviato.