Scurcola Marsicana. Ammonta a 1milione e 165mila 836,88 euro il maxi risarcimento che il Comune di Scurcola Marsica dovrà pagare a 19 aziende italiane che negli anni 90′ scaricarono fanghi sui Piani Palentini se la Corte d’Appello dell’Aquila non darà seguito alla sospensiva dell’efficacia della sentenza richiesta dall’ente marsicano. Una grande boomerag di responsabilità, leggi e danni che ora potrebbero costare caro al Comune di Scurcola. Negli anni 90′, infatti, la Forestale scoprì nei terreni intorno a Scurcola fanghi provenienti dalla depurazione e rifiuti definiti tossici e nocivi. Subito partì un’indagine con 88 indagati e nel 1993 la società Biolite scoprì le carte spiegando che aveva l’autorizzazione per smaltire in quel territorio fanghi biologici. Ne derivò una lunga inchiesta con
sequestri e denunce per stabilire da dove provenissero i liquami e di chi fossero le responsabilità. L’amministrazione di Scurcola nel 2001 ha chiesto un risarcimento danni alla Biolite, ma il tribunale di Avezzano lo ha respinto perché non sarebbero stati danneggiati i beni ambientali condannando addirittura il Comune di Scurcola a risarcire le aziende con oltre 1milione di euro. Mercoledì la Corte d’appello dell’Aquila dovrà pronunciarsi sulla sospensiva dell’efficacia della sentenza richiesta dall’ente marsicano. “Il Comune di Scurcola se non verrà concessa la sospensione rischia di dover inserire la cifra prevista per i risarcimenti nel bilancio”, ha spiegato il sindaco Vincenzo Nuccetelli, “e di conseguenza ci saranno gravi problemi economici per l’ente che sarà costretto a ricorrere a misure finanziare straordinarie per questo grande debito come il dissesto o il predissesto”.