L’Aquila. Un Pietrucci senza peli sulla lingua ieri sera #InPrimalive. Intervistato da Raffaele Castiglione Morelli, in diretta, il consigliere regionale del Partito Democratico ha denunciato numerosi problemi della giunta regionale sulla gestione dell’emergenza sanitaria. Innanzitutto, il consigliere evidenzia un Abruzzo a due velocità, con protagonista più veloce la costa con gli strumenti per combattere la pandemia e dall’altra, l’area interna, considerata di serie B. Un vero attacco poi contro la Asl1 e il relativo manager Roberta Testa considerato incapace di gestire la situazione nella provincia dell’Aquila, in particolar modo in relazione ai pochi e tardivi tamponi e la mancanza di posti letto. Poi ancora, la situazione del Don Orione di Avezzano che sicuramente è oggi al centro dell’attenzione per l’alto numero dei contagi (103 ad oggi) tra personale e pazienti.
Partiamo da Avezzano. Rsa del Don Orione chiusa, paziente distribuiti all’interno e gestiti da un’apposita Usca. “L’assessore Verì o come la chiamo io sìsì (per i noti sì, vedremo, faremo…) deve capire che le Usca hanno bisogno di forte potenziamento. Già da Marzo, la giunta pensa più a fare politica che a governare e gestire l’epidemia. Nella prima fase, ho costatato non pochi problemi causati soprattutto da una politica di scollegamento tra le diverse Asl della regione e da una sproporzione di investimenti tra l’area costiera e l’area interna. Adesso, però siamo davanti al problema: ci sono molti contagi nelle aree interne e il governo regionale si è fatto trovare impreparato anzi, si è fatto trovare con un solo ospedale Covid, a Pescara ovviamente, che è ancora senza collaudo. All’Aquila, abbiamo solo 22 posti per malattie infettive e già sono pieni. Il banco è già saltato e la vicenda del Don Orione mostra un’incompetenza sia perché non bisogna che pensare siano asintomatici perché ancora bisogna aspettare. Sono critico e molto preoccupato.
Quanti posti per la terapia intensiva in Abruzzo? Da poco più di 70 siamo arrivati a circa 150, grazie anche alla struttura del G8 dell’Aquila. Il problema però è anche la medicina territoriale, e soprattutto bisogna potenziare le Usca.
In molti, anche politici, lamentano i ritardi e la gestione dei tamponi nella Asl1. Ci sono delle criticità pazzesche. Il personale non è sufficiente per dare seguito e risposte alle numerose richieste che quotidianamente arrivano alla Asl. Poi, non abbiamo laboratori all’altezza. Abbiamo cercato di potenziare il laboratorio analisi dell’Aquila, abbiamo chiesto di avere più posti letto per ricoverare malati Covid. Invece nulla. Ricordo bene quando il manager Testa andava in sedi di consigli comunali a dire che a Giugno avremmo aperto il Delta medico dell’Aquila. Ovviamente è ancora chiuso. Come facciamo ad affrontare una pandemia in questa situazione? Gli assessori sono più preoccupati di perimetrare il parco Velino-Sirente o a contribuire con 1,5 milioni per Napoli Calcio che di affrontare la pandemia. Il tutto, tra l’atro, avviene mentre i centri diurni per i disabili sono chiusi. La pagina più vergognosa della giunta regionale.
Eravamo partiti solo con due laboratori, ma poi erano stati aperti uno per provincia. Inoltre era stato promesso un macchinario molto all’avanguardia sui tamponi. Perché ad oggi sembrano esserci problemi per le aree interne? Perché è tutto sproporzionato, con particolare interesse nell’area di Pescara, dove ancora non c’è nemmeno il personale per il nuovo ospedale. Tra pubblica e privata, ci sono in tutto 2000 posti a Pescara e meno di 400 all’Aquila. Più, come dici, il macchinario di tampon. Qui all’Aquila, possiamo usufruire maggiormente solo del laboratorio Dante Labs, per cui siamo costretti ad andare dal privato perché la Asl1 non è in grado.
Ad Avezzano Di Pangrazio sta cercando in tutti modi di attivare il Crua. Ci sarà possibilità? So che il sindaco saprà far valere le ragioni della sua città e dell’area interna. Spero riesca a ottenere il risultato sperato per la sua zona.
Situazione scuole? Bisognava fare una programmazione che non è stata fatta. Bisognava prevedere una didattica differenziata rispetto a età e percorsi didattici. Così per esempio, per le superiori si poteva prevedere didattica da casa o mista. Gli insegnanti potrebbero utilizzare delle telecamere mentre eseguono lezioni e far seguire sia gli studenti in presenza che quelli a casa. Questo anche per alleggerire i trasporti e quindi evitare di portare i contagio a casa. Ma chi ci sta lavorando?Proprio i trasporti, infatti, sembrano un problema per la diffusione del virus. Si possono adottare tante soluzioni. C’è da dire che, rispetto a quello che si potesse fare il Cura Abruzzo, gli artigiani ancora non ricevono nulla di quello che era stato promesso a Maggio e a Giugno. La giunta regionale deve dialogare con l’opposizione e cercare di trovare soluzioni. Saranno tempi duri non possiamo guardare l’Abruzzo andare al proprio sfacelo.
Secondo lei, a questo punto c’è anche da temere una nuova chiusura dei Ppi di Tagliacozzo e Pescina?Devono mantenere aperti. Penso che i presidi importantissimi. L’assessore Verì insieme al manager hanno assunto degli impegni e spero non siano stati impegni solo per le elezioni di Avezzano, ma siano impegni verso i cittadini.