Avezzano. Sanità in ginocchio. Esercenti in crisi. Misure rigorose. Il panorama della situazione sanitaria attuale sembra più drammatica rispetto alla prima ondata. Ancora una volta, più di prima, ciò che spaventa, non è solo i virus nelle sue manifestazioni più gravi, ma la sanità, lee strutture sanitarie locali e regionali che non sembrano in grado di reggere l’emergenza. E questa volta, la provincia dell’Aquila non è colpita di striscio, ma pienamente investita. Il tempo c’era per attrezzarsi meglio e ci sono delle responsabilità politiche. InprimaLive, ne abbiamo parlato con la senatrice Stefania Pezzopane, del Partito Democratico.
Notizie tragiche dalla Marsica. Sanità in ginocchio. La questione che voglio portare al ministero speranza riguarda proprio i fatti che sono accaduti ad Avezzano, testimonianza che le nostre strutture sanitarie non ce la fanno. Bisogno di strumenti di tutela per evitare il contagio e aumentare le ospedalizzazioni. Va accertato il perché non siano stati attivai i posti letto Covid e perché il pronto soccorso non è stato potenziato. Perché, già il primo periodo del lockdown, c’erano delle difficoltà non state affrontate. Marsilio si lamenta con il governo delle procedure lente, ma in pochi giorni ha appaltato 11 milioni di euro per l’ospedale Covid di Avezzano. Tanta celerità per quello, per Avezzano nulla.
Lamentele contro la Asl1 soprattutto per i tamponi. Non ci si è attrezzati. C’è bisogno di un commissariamento? Io chiederò un’ispezione sicuramente. La Regione deve prendere dei provvedimenti. Ci sono diversi problemi: riorganizzare l’ospedale e il tracciamento. Già da Maggio chiedevamo un potenziamento del laboratorio dell’ospedale più l’allestimento del Crua. Siamo in una situazione molto grave. Tra l’altro i pazienti non vengono neanche portati nell’ospedale di Pescara dove ci sono più di 200 posti letto. La regione non sta lavorando nelle aree interne che, purtroppo, in questa seconda ondata, stanno mostrando tutte le debolezze sanitarie.
Nella prima ondata tutti hanno fatto dei sacrifici. Oggi, però, il popolo è arrabbiato perché non è contento dell’amministrazione dell’emergenza. C’è responsabilità politica anche del Governo nazionale. Sia il ministro della Salute che Conte avevano annunciato la seconda ondata. Erano state destinati somme a potenziare le terapie intensive e i reparti di malattie infettive. Sono stati assunti 334 mila persone tra medici e personale sanitario. Si è deciso della campagna di vaccinazione. Si è fatta una programmazione per prepararsi. Tuttavia, le Regioni non tutte sono in grado di fare il proprio mestiere.
Allora alcune regioni andrebbero commissariate? Di fronte ad un’emergenza, è possibile anche commissariare. Però è importante capire perché: in Abruzzo, Marsilio si lamenta di tutto, però non fa nulla. Mando un messaggio anche al direttore della Asl1: con i soldi delle assicurazioni del terremoto si risanarono i bilanci della sanità. Con i soldi che lo Stato assegna alle regioni e alle Asl1 stanno forse risanando vecchi debiti? Voglio sperare che non sia così.
Passa il messaggio che solo i giovani possono essere un veicolo, ma la situazione dei trasporti non mi sembra migliore. Così anche i comizi delle elezioni amministrative non erano proprio regolari. Sicuramente non si può dare la colpa solo alla movida. Per quanto riguarda i trasporti, sono stati assegnati alla Regione dei fondi per attivare oltre 60 pullman in Abruzzo. Sono stati attivati? Anche qui, si stanno forse attenuando i debiti della Tua o ci si sta attrezzando per affrontare le situazioni. Oggi è più importante la salute del consenso.
Grimaldi sostiene che c’è bisogno della medicina del territorio. Quali sono le soluzioni per questa emergenza? Bisogna assumere tutte le persone in graduatoria per medici e infermieri. Nuove assunzioni. Fare appello e organizzare sistema del volontariato. Utilizzare neo laureati, specializzandi in medicina per il tracciamento. Come Pd, abbiamo fatto una ricetta di soluzioni concrete e lo abbiamo rispedito anche ora. Un documento che abbiamo stilato insieme ai medici ospedalieri sia ai medici di base. Anche quest’ultimi sono affaticati.
Per l’assistenza alle persone in isolamento domiciliare? Ci sono poche persone che ora si occupano del tracciamento. Ci vogliono dei luoghi per ospitare delle persone che non possono stare in casa. In altri territorio questo è già pianificato e le linee guida del ministero dicono come bisogna fare.
Le strutture di Tagliacozzo e Pescina possono essere utilizzate per affrontare l’emergenza? Con la rete ospedaliera della provincia dell’Aquila, si potrebbe fare un ragionamento di specialistiche. Dove si cura il covid, non dovrebbe essere promiscuità di cura delle altre patologie. Così ad esempio i malati oncologici hanno sempre bisogno di cure e tutti le altre malattie. Questi presidi dovrebbero essere attrezzati per affrontare queste patologie.
Nuovo Dpcm: esercenti in crisi. Conte parla di indennizzi e aiuti immediati. Sono parola o cosa significa? Le scelte del Dpcm sono molto dolorose. C’è dolore e preoccupazione. Ognuno di noi ha parenti e amici che operano in questi settori che sono stati chiusi. Se aumentano i contagi, rischiamo che episodi come quello di Avezzano rischiano quotidianità. Il comitato tecnico ha trovato dei punti dove sono aumentati i contagi. Si paga un prezzo purtroppo, ma se non si fa così ci potremmo veramente trovare in una situazione drammatica. Per gli indennizzi, si procederà attraverso le agenzie delle entrate e non con l’Inps che ha dimostrato di non essere in grado di reggere la grande mole degli aiuti che sono stati inviati. @RaffaeleCastiglioneMorelli
Guarda l’intervista completa: