Canistro. La casa di Cura Ini – divisione di Canistro, ha inviato una istanza ufficiale alla Regione Abruzzo per chiedere la pubblicazione di un bando per l’accreditamento “a parità di budget” di posti letto per riabilitazione e lungodegenza.
La dirigenza della clinica privata che fa parte del gruppo nazionale di proprietà della famiglia Faroni, dal febbraio scorso riconvertita in monospecialistica in Ortopedia e Traumatologia, nella nota richiama il piano sanitario regionale 2008-2011 che per i tutti i presidi sanitari interessati da processi di riordino di posti letto per acuti, prevede “unità operative di riabilitazione e lungodegenza per favorire il processo di assistenza ai pazienti che, esaurita la fase acuta, necessitano ancora di assistenza riabilitativa e di lungodegenza”.
La istanza è tesa a risolvere la problematica dei circa 25 esuberi di personale, tra cui medici, fisioterapisti ed infermieri, che è stata comunicata prima al sindacato e ribadita in una riunione presso la Prefettura dell’Aquila a fine dello scorso mese di luglio, alla presenza di rappresentanti della Asl provinciale dell’Aquila, della Regione, e degli stessi sindacati; esuberi causati proprio dalla riconversione prevista nella riforma Lorenzin, l’ex ministro della sanità.
Alla Ini di Canistro lavorano circa 150 persone. “Bisogna avviare rapidamente con i vertici dirigenziali della Asl provinciale dell’Aquila e della Regione”, spiega il direttore delle risorse umane della Ini, Gabriele Cerratti, “un confronto sulle modalità di soluzione della questione degli esuberi emersi per via della riconversione, individuando il percorso che permetterà di riassorbire il personale e allo stesso tempo dare ai cittadini un servizio sanitario più completo e con maggiore qualità assistenziale”. “È necessario, a parità di budget, accreditare posti letto di riabilitazione e lungodegenza”, continua Cerratti, “per completare la fase di cura e assistenza per i pazienti usciti dalla patologia acuta. Abbiamo anche chiesto l’autorizzazione e l’accreditamento per 80 posti di Residenza Protetta”.
Il dirigente dalla casa di cura chiede all’Azienda sanitaria e alla Regione “di dare celermente luogo ai processi amministrativi per arrivare alla firma della documentazione e all’avvio delle attività”. “La casa di cura, molto radicata nel territorio della provincia dell’Aquila e struttura che attrae pazienti dal resto dell’Italia, in particolare da regioni limitrofe all’Abruzzo, opera in un contesto sociale ed economico che non si può permettere di perdere posti di lavoro e, soprattutto, una flessione della qualità dell’offerta sanitaria”, conclude il direttore delle risorse umane. Attualmente, la Ini è autorizzata all’esercizio dell’attività ospedaliera per una dotazione totale di 105 posti letto: 32 di ortopedia e traumatologia (accreditati), 2 urologia, 10 chirurgia generale, 10 neurologia, 40 riabilitazione e 10 di medicina generale.