Avezzano. Vuoi sapere se il vino che hai comprato è made in Italy? Te lo dirà Orev. Due ingegneri abruzzesi, Paolo Mario Cipriani, di Cerchio, e Pietro Bozzelli, di Teramo, hanno ideato un procedimento per certificare l’autenticità dei prodotti made in Italy. Le truffe sul made in Italy sono ormai all’ordine del giorno e per questo i due ingegneri abruzzesi hanno avuto un’idea: un brevetto per certificare l’autenticità del made in Italy. ““In pratica in fase di produzione viene attaccato al prodotto un chip certificato, attraverso il procedimento per cui è stata depositata domanda di brevetto, censito sulla banca dati della società”, hanno spiegato i due tecnici, “quando un cliente acquista una bottiglia di vino, o un altro oggetto che ha il chip attaccato, avvicinando il suo smart-phone con la app gratuita Orev (www.orev.it) avrà la possibilità di conoscere tutte le peculiarità di quel prodotto e soprattutto sapere se è veramente autentico”. Le informazioni verranno fornite nella lingua del paese dove si trova l’utente, o nel caso in cui non venga trovata direttamente in inglese. L’azienda agricola Bocale di Montefalco (Perugia) ha già utilizzato la tecnologia Orev per i suoi vini che presenterà, insieme ai due ingegneri, al Vinitaly previsto per fine mese a Verona. “L’idea consiste nel fornire ai produttori made in Italy un servizio di certificazione sull’origine dei propri manufatti”, hanno continuato Cipriani e Bozzelli, “ai consumatori questo servizio sarà fornito gratuitamente. Il nostro sistema va al di là delle metodologie utilizzate oggi giorno per fornire informazioni al consumatore: l’etichetta, il codice a barre, il QRCode oppure gli RFID codificati con i dati del prodotto. Infatti tutte quante presentano degli svantaggi comuni: primo fra tutti quello che le informazioni fornite in questo modo possono essere riprodotte”. Il sistema Orev potrà essere applicato non solo ai prodotti alimentari, ma anche all’oggettistica realizzata dalle tante aziende artigianali dello Stivale. “Il brevetto è stato realizzato con la consulenza di Barzanò&Zanardo una delle più autorevoli società nel campo della tutela della proprietà intellettuale”, hanno continuato i due ingegneri, “abbiamo avuto dei contatti anche con alcune aziende abruzzesi interessate ad adottarlo e speriamo che nei prossimi mesi la collaborazione possa andare in porto. La piaga della produzione illegale di prodotti made in Italy, purtroppo, affligge le aziende italiane e abruzzesi e rappresenta un’enorme perdita di reddito per tutta la nostra economia. Grazie alla nostra idea il made in Italy potrà essere tutelato ancora di più”.