L’Aquila. “La competenza delle Amministrazioni è la garanzia per evitare le infiltrazioni mafiose”. Lo ha detto l’avvocato Giuseppe Busia, presidente dell’Anac durante l’incontro “Come la Società civile e il terzo settore possono aumentare il benessere sociale”, dibattito con gli studenti, organizzato dall’Università dell’Aquila, in collaborazione con Associazione di volontariato Vittime del Dovere, con il Dipartimento di Scienze Umane.
Busia ha parlato del metodo sviluppato e delle linee individuate per mantenere la criminalità fuori dalla pubblica amministrazione”.
“Per realizzare la competenza ci sono degli ambiti di tre interventi individuati: la digitalizzazione è la base. Il secondo è la “qualificazione” delle stazioni appaltanti basata su due elementi: “l’organizzazione” che consente alle amministrazioni di gestire gli appalti o di rivolgersi a centrali di acquisti. Il “personale qualificato” è l’altro elemento dell’organizzazione. La vera arma contro la corruzione pubblica è disporre di persone capaci nel loro lavoro. Il terzo elemento è la “collaborazione” perché un’amministrazione sola è debole. Nei momenti di debolezza si cede alle lusinghe delle mafie”.
Antonio D’Amato, Magistrato, componente del Consiglio Superiore della Magistratura, è intervenuto sull’evoluzione e azione di contrasto a 40 anni dalla introduzioni del 416-bis”. Negli ultimi 15 anni c’è stato ulteriore passo in avanti dell’azione complessiva di contrasto alla mafia. Il testo unico di leggi antimafia prevede la possibilità di intervenire sugli assetti organizzativi anti statuali, spesso composti da centinaia di famiglie che vivono dei proventi illeciti della mafia. Le mafie riescono ad allineare tante famiglie facendo leva sul basso o inesistente livelle culturale”, conclude D’Amato.
Mafie, Vittime Dovere: “Senza appoggio società non opera”. Dibattito con studenti all’Università dell’Aquila
Nel corso dell’incontro dibattito “Come la Società civile e il terzo settore possono aumentare il benessere sociale”, dibattito con gli studenti, organizzato dall’Università dell’Aquila, Sabrina Mariotti, Ufficio legale Associazione Vittime del Dovere ha parlato del contrasto agli investimenti mafiosi, con interventi preventivi e repressivi.
“Senza l’appoggio della società civile la mafia non ha rete per operare il riciclo”, dice Mariotti.
“Generalmente le mafie si rivolgono a società a responsabilità limitate e imprese medio-piccole che hanno più contatto con territorio. Nell’ultimo rapporto sulle imprese infiltrate risulta che 2796 imprese, solo 138 erano effettivamente produttive e solo 11 imprese, sono rimaste attive dopo l’intervento dell’autorità perché hanno dimostrato l’estraneità o l’incontro occasionale con il mondo mafioso. La mafia si insinua nelle imprese in difficoltà laddove in cui lo stato non riesce a sopperire alle necessità del paese. L’impresa mafiosa non incide solo su economia, ma anche su libertà personale e dignità umana. Le informative prefettizie antimafia sono lo strumento più concreto sul territorio per tenere sono controllo il fenomeno di infiltrazioni. L’interdittiva antimafia è comunque reversibile se l’impresa dimostra che l’impresa ha avuto contatti occasionali con il soggetto mafioso. Si sta superando l’approccio punitivo ed è in corso lo sviluppo di strumenti duttili per portare fuori le imprese da rapporti occasionali o vittime di infiltrazioni mafioso”.
Stefano Maccioni, avvocato del foro di Roma sottolinea l’utilità della partecipazione civica nel processo penale. “È importante far sentire la partecipazione civile all’interno del processo penale, come fa l’Associazione Vittime del dovere, che ha le finalità statutaria la promozione della cultura della legalità”, dice Stefano Maccioni.
“La partecipazione dei cittadini al fianco dello Stato è un messaggio per le Procure delle Repubblica sul territorio, utile sia in fase processuale, ma anche nella fase delle indagini preliminari. Le associazioni al fianco della persona offesa e al fianco di pubblico ministero testimonia la lotta costante per affermazione dei diritti della legalità. Alleanza Stato-cittadino è fondamentale nel processo penale per non far sentire sola la vittima”.
Mafia: Abruzzo chietino più esposto a infiltrazioni. Corte Appello L’Aquila: “Tribunale Vasto in prima linea”
“La zona meridionale della Regione Abruzzo è caratterizzata del pericolo di infiltrazioni mafiose, soprattutto sud di provincia di Chieti e nella zona del tribunale di Vasto”.
Così Aldo Manfredi, presidente della Sezione penale Corte d’Appello dell’Aquila, nell’ambito del Convegno Come la Società civile e Terzo settore organizzato dalla professoressa Lina Maria Calandra del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università dell’Aquila, in collaborazione con l’Associazione di volontariato Vittime del Dovere.
“Nella relazione dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario che sto preparando sottolineerò questo pericolo. Il dato abruzzese è riportato nella relazione semestrale della Dia (Direzione Distrettuale antimafia) trasmessa al Parlamento. Le presenze attengono a infiltrazioni nell’attività economica di attività economica sana, in zone adiacenti a regioni caratterizzate da forti presenze di infiltrazioni come Puglia.
Nella sezione Misure di Prevenzioni affrontiamo questioni che riguardano infiltrazioni in investimenti immobiliari, anche in altre zone d’Abruzzo, come la Marsica. Infiltrazioni nel mercato economico legale sbilanciano tutto il sistema imprenditoriale delle imprese sane. Con il metodo “Follow Money”, tecnica sviluppata da Giovanni Falcone,
seguire il flusso dei soldi dell’attività criminale per smantellare le organizzazioni. Ai criminali fa più paura la confisca dei beni che il carcere”, sottolinea Manfredi.
La Dia ha evidenziato che tra 2019 e 2020 le transazioni sospette sono cresciute da106.818 a 113.624 . Le infiltrazioni crescono al crescere delle difficoltà delle imprese. Trasferimenti quote, aziende, cambiamento capitali per inserirsi in affari connessi alla gestione dei fondi per la pandemia. Nello stesso periodo aumentati del 20% i reati di usura”.
Ambra Minervini, vicepresidente dell’Associazione Vittime del Dovere: “Il messaggio che vogliamo trasmettere ai ragazzi con queste iniziative è di guardare la realtà in cui vivono, non come normale, ma da un punto di vista diverso. Essi sono gli uomini del domani che potranno fare la differenza”.
Roberto Russo, direttore generale Link Campus University e professore di diritto costituzionale nel suo intervento sull’ergastolo ostativo ha paragonato la società a un organismo vivente e la maniera migliore di mantenerlo in buona salute è renderlo ben ossigenato di valori della legalità. Il geografo Giuseppe Muti ha sottolineato l’importanza della memoria per la lotta alla mafia anche nell’intitolazione dei luoghi.
“In Abruzzo ci sono 124 luoghi con odonomastica antimafia: 5 Massa d’Albe, 4 Pescara, 5 a Morro d’Oro, 5 a San. Tra Tortoreto lido e Alba Adriatica si rileva una concentrazione di odonomastica antimafia. Nessun odonimo è rilevato all’Aquila. Il vero motore dell’associazionismo antimafia in Italia è costituito dagli insegnanti e dalle reti antimafia locali”, ha concluso Muti.