Avezzano. «Sì, ma il computo ancora si sta a fare… mo’ che sto a parlare io con te non ne ho la più pallida idea…», dice al telefono l’imprenditore, «è stato modellato tutto ma il numero ancora… io mo’ stasera quando mi manderanno i dati… perché io ho preparato la perizia… il quadro economico… un quadro di raffronto ma sempre cioè debbo inserire i numeri… capito? Nel quadro economico… per capire dove siamo».
«Eh certo», risponde dirigente.
E’ questa una delle intercettazioni nell’indagine condotta dai pm David Mancini, Roberta D’Avolio e Stefano Gallo sui lavori per gli edifici scolastici di Avezzano e Sulmona. Si parla di mazzette per i pagamenti dei lavori di messa in sicurezza al Liceo classico Torlonia di Avezzano. Sono indagati l’imprenditore C.D’A. e un funzionario D.C., difesi dagli avvocati Antonio Valentini e Maurizio Capri. Il funzionario avrebbe preteso due mazzette da 5.500 e 10.000 per concedere un certificato di pagamento un milione e 200mila euro. Il funzionario della Provincia avrebbe ricevuto le mazzette al fine di emettere a favore dell’impresa il certificato di pagamento di un milione e 200 mila euro. Tra l’incartamento acquisito dai carabinieri del Ros c’è anche una lista con l’elenco dei pagamenti in contanti. Era in un file del cellulare cancellato ma recuperato. Ci sarebbero pseudonimi, date e somme di denaro. L’imprenditori avrebbe ammesso, davanti agli inquirenti, che gli pseudonimi erano riferiti a pubbicli funzionari. Nel file ci sarebbero indicate due date con le rispettive somme di denaro, una il 17 aprile 2012 e l’altra il 15 maggio dello stesso anno. La prima di 5mila e 500 euro e la seconda di 10mila. Risulta anche un prelievo dalla cassetta di sicurezza della sua banca proprio in quel giorno. Si tratterebbe, sempre secondo gli inquirenti, dell’importo del 3 per cento.