Avezzano. I pubblici ministeri della Procura dell’Aquila hanno chiuso le indagini preliminari nell’inchiesta a carico del sindaco Gianni Di Pangrazio, dirigente della Provincia, accusato di falso, peculato e abuso d’ufficio, e di altre cinque persone. Accusata di peculato un’altra dirigente, Paola Contestabile. Indagata per favoreggiamento, inoltre, l’avezzanese Anna Maceroni, attualmente spostata provvisoriamente dal Comune in altri uffici. Sotto inchiesta anche gli autisti Maria Pia Zazzara, Mario Scimia ed Ercole Bianchini. Scimia e Bianchini dovranno rispondere anche di truffa ai danni dello Stato.
Al sindaco, come riportato dal Messaggero, sono contestati sette viaggi che non avrebbe fatto, secondo i sostituti procuratori Stefano Gallo e Roberta D’Avolio, per motivi istituzionali. Inoltre è accusato di aver attestato la regolarità tecnica di un’importante delibera provinciale che creava il Dipartimento speciale. Tutto ciò, secondo l’accusa della procura aquilana, sapendo che di quel dipartimento sarebbe diventato il responsabile. In sostanza, quando la delibera numero 18/2011 è stata firmata, secondo quanto accertato dalle indagini delle fiamme gialle, Di Pangrazio sapeva che il giorno successivo sarebbe stato nominato direttore dell’istituendo Dipartimento speciale, ottenendo una retribuzione accessoria di 18mila euro. Secondo la Procura, avrebbe “attestato in modo falso la regolarità dal punto di vista tecnico della riorganizzazione”. E’ accusato, inoltre, secondo quanto emerso dalle indagini della polizia giudiziaria del compartimento regionale della polstrada, diretta da Danilo Ciucci, di aver distaccato Bianchini per utilizzarlo come autista personale al Comune. Stesse accuse anche alla COntestabile e agli autisti che avrebbero utilizzato l’auto di servizio per questioni non istituzionali, anche nei fine settimana e in alcuni casi anche per andare a fare la spesa. La Maceroni, invece, avrebbe dichiarato il falso, secondo i Pm, sull’utilizzo delle auto nell’Ente e quindi avrebbe favorito il sindaco e il personale accusato. Ora le parti avranno 20 giorni per presentare le memorie difensive e a quel punto i pm decideranno se avanzare la richiesta di rinvio a giudizio.