Avezzano. L’inchiesta sulla neve che sta interessando in queste ore i comuni della Marsica ha un filo conduttore, le figure degli intermediari. Le indagini per corruzione e turbata libertà degli incanti coinvolgono, oltre al Comune di Cerchio, quelli montani che vivono anche di turismo invernale, come Ovindoli, che vede sotto accusa due ex amministratori e un imprenditore locale per la realizzazione dei nuovi impianti che dovranno affiancare quelli già presenti su Monta Magnola, Cappadocia, dove al sindaco dimissionario da pochi giorni, Lucilla Lilli, sarebbero state promesse delle mazzette e Pescasseroli, dove ci sarebbe sempre un intermediario. Secondo l’accusa dei sostituti procuratori Maurizio Maria Cerrato e Roberto Savelli, inoltre, i politici coinvolti indicavano le ditte che dovevano vincere gli appalti, sempre in cambio di denaro.
L’inchiesta della neve vede passare al setaccio i piani per la realizzazione degli impianti, ma anche interventi per le opere pubbliche. Sono coinvolte in totale undici persone tra politici e imprenditori. L’ultimo blitz della squadra mobile dell’Aquila ha visto perquisizioni nei confronti di cinque persone per quanto riguarda gli appalti di Ovindoli e quattro a Cappadocia, oltre a due per Pescasseroli.
A Cappadocia la polizia giudiziaria ha eseguito una prima perquisizione a casa dell’ex sindaco Lilli, e una seconda in Comune. Indagato anche il responsabile unico del procedimento per il rifacimento degli impianti sciistici, Dino Pignatelli. Coinvolto nella vicenda, sempre secondo le accuse della procura, anche un imprenditore locale, Mario Rosci, che secondo il sostituto procuratore sarebbe l’intermediario tra la ditta appaltatrice, delle ditte in sub appalto, il sindaco e il tecnico. Gli ultimi due, secondo le indagini della procura, si sarebbero fatti promettere una somma di 20mila euro, denaro che sarebbe stato consegnato come tramite all’imprenditore cappadociano. Coinvolti anche alcuni esponenti di un’azienda del brennero che ha un fatturato di circa 700 milioni di euro. Esponenti non ancora noti. Sindaco e tecnico, secondo l’accusa, avrebbero anche tentato di far affidare a un tecnico del posto, in via di identificazione, un incarico di aiuto Rup e a un altro tecnico il progetto esecutivo. Inoltre Rosci, insieme a un altro imprenditore, Roberto Ridolfi, avrebbero tentato, secondo la procura, di far affidare in base alle loro esigenze i lavori per alcune strade del comune fornendo una lista di cinque ditte. Tutte accuse che sono ancora in fase di indagine e che ovviamente dovranno essere dimostrate.
A Ovindoli, la polizia ha perquisito le abitazioni dell’ex sindaco Pino Angelosante, e dell’ex vicesindaco Marco Iacutone, oltre agli uffici del municipio. Indagato anche l’imprenditore Massimiliano Bartolotti, titolare degli impianti di Monte Magnola. In questo ambito indagini anche nei confronti del sindaco di Cerchio Gianfranco Tedeschi che secondo l’accusa rivestirebbe in questo caso i panni di intermediario. Per quanto riguarda gli impianti sciistici di entrambi i comuni, si tratta di progetti ancora da realizzare anche se già assegnati ai Comuni. La fase in corso è ancora quella degli espropri dei terreni. Nel primo caso si tratta di un ampliamento che dovrebbe essere avviato nei prossimi mesi a Ovindoli, nel secondo degli impianti di risalita per la località di Camporotondo. Nel collegio difensivo ci sono gli avvocati Antonio Milo, per l’ex sindaco di Ovindoli, Paolo Novella per l’ex sindaco di Cappadocia, Franco Paolini e Milo per Tedeschi oltre a Vittoriano Frigioni, Massimiliano Zitti e Leonardo Casciere.
Nell’altro filone, controlli sono stati eseguiti nei comuni di Cerchio e Celano, dove si trova l’ufficio centrale di committenza che fa capo a Cerchio. In quest’altro caso sarebbero indagate dieci persone.