Capistrello. Arriva l’archiviazione per 12 persone sull’inchiesta per gli appalti al comune di Capistrello. Si tratta di una richiesta avanzata dall’accusa e accolta dal giudice. Il pubblico ministero, Andrea Padalino, aveva infatti presentato il 18 settembre scorso la richiesta accolta dal giudice per le indagini preliminari Carla Mastelli che ha emesso il primo ottobre un decreto di archiviazione.
Esce dall’inchiesta anche il tecnico ingegnere Romeo Di Felice. La sua posizione è stata stralciata integralmente con la conseguenza che l’archiviazione è stata richiesta e disposta per tutti i capi di imputazione contestati fin dall’inizio.
“Siamo riusciti a dimostrare la completa innocenza di Di Felice e la totale insussistenza dei reati contestatigli”, ha affermato il difensore, Fernando Pestilli, “in un caso complesso che ha visto lo scorso anno il mio assistito sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari per 27 giorni e per altri 26 costretto alla sospensione dalle funzioni del Pubblico ufficio. Con lui sono usciti dall’inchiesta già altri 11. Restano in sei a rischiare il rinvio a giudizio. Si tratta del sindaco di Capistrello Francesco Ciciotti, dell’ex consigliere comunale Corrado Di Giacomo, per l’architetto 42enne di Capistrello Francesca Stati, per l’imprenditore 53enne di Capistrello Concezio Fantozzi, per il geometra di Capistrello Mattia Coviello, e per la giornalista 33enne Annalisa De Meis.
L’operazione aveva portato, nel mese di novembre scorso, all’arresto del sindaco Francesco Ciciotti, dell’ex consigliere comunale Corrado Di Giacomo e del responsabile dell’area tecnica Romeo Di Felice. Con un’ordinanza di misura cautelare, emessa dal tribunale di Avezzano ed eseguita dai carabinieri erano finite nei guai dieci persone, accusate a vario titolo di reati come concussione, corruzione, turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, truffa aggravata e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.
L’indagine, coordinata dal procuratore Andrea Padalino, riguarda presunte «gravi irregolarità» nell’affidamento di incarichi e servizi pubblici, in quanto, secondo l’accusa, «venivano sistematicamente violate le norme di trasparenza e imparzialità per soddisfare interessi privati, con il risultato di realizzare un vero e proprio mercimonio della funzione pubblica». Ciciotti, dopo le dimissioni e dopo la prima fase dell’indagine, ha deciso di ricandidarsi alle ultime elezioni conquistando nuovamente lo scranno da primo cittadino e tornando in carica.