San Benedetto dei Marsi. Questa mattina i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale dell’Aquila hanno arrestato Antonio Troiani, 47enne di San Benedetto dei Marsi, per incendio aggravato, violazione di domicilio e atti persecutori (stalking).
Il 47enne, pregiudicato, a seguito di una lunga indagine, è stato individuato quale mandante di numerosi incendi avvenuti nella Marsica dal 2012 in poi, che hanno destato negli ultimi anni un notevole allarme sociale.
Si tratta degli incendi che hanno interessato un Fiat Doblò e un autocarro a San Benedetto dei Marsi nell’estate del 2012, diversi locali di un albergo di Pescina a luglio del 2013, un’Audi a San Benedetto nel dicembre del 2013, una Ford Fiesta e una Hyundai a Ortucchio nel dicembre del 2015, una Fiat Punto a Lecce nei Marsi nell’aprile del 2016, fino ad arrivare all’incendio più grave e pericoloso, che ha parzialmente distrutto il capannone di proprietà di una ditta di San Benedetto dei Marsi nell’estate del 2016.
L’uomo commissionava gli incendi per motivi che andavano da problemi verosimilmente connessi con lo spaccio di cocaina, alla concorrenza con altre imprese del posto, ma anche per ragioni semplicemente riconducibili a dissidi di vicinato o, come in un caso, per la discussione sorta a seguito della spartizione dopo l’acquisto in comune di una vitella. A.T. si avvaleva per l’esecuzione materiale di un 40enne della zona, con precedenti di polizia, che commetteva gli incendi utilizzando taniche di benzina o bottiglie incendiarie tipo molotov.
Il 47enne poi tormentava le sue vittime, minacciandole in continuazione tramite la pubblicazione sui social network di post dai contenuti che più o meno esplicitamente rimandavano agli incendi appena avvenuti e che lasciavano intendere la possibilità di ripetere il gesto. O addirittura, in occasione di incontri casuali in strada, passandosi il dito sulla gola, indicando esplicitamente una minaccia di morte. Alcune famiglie si sono ritrovate quindi a vivere un vero e proprio incubo. Inizialmente le indagini non avevano consentito di individuare elementi di prova sufficienti, tanto che alcuni procedimenti penali erano stati archiviati.
La svolta c’è stata poi nei primi mesi del 2018, quando si è riusciti ad acquisire particolari sui moventi degli incendi che hanno ricondotto tutti gli episodi ad un unico soggetto. Il procuratore capo della Repubblica di Avezzano, Andrea Padalino, a quel punto ha riunito tutti i procedimenti penali, riaprendo anche quelli già archiviati e ha affidato le indagini ai militari dell’Arma del Nucleo Investigativo. I carabinieri hanno ricostruito dettagliatamente tutti gli episodi e svolto gli accertamenti che hanno permesso di riscontrare anche alcune dichiarazioni, confrontate con quelle delle indagini precedenti. Negli ultimi mesi sono state anche ulteriormente risentiti i testimoni e le persone che negli anni hanno subito gli incendi.
Gli elementi raccolti hanno convinto il giudice per le indagini preliminari, Maria Proia, ad emettere la misura della custodia cautelare in carcere, accogliendo la richiesta formulata dal procuratore. Antonio Troiani, difeso dall’avvocato Antonio Milo, si trova ora nella casa circondariale di Avezzano, in attesa dell’interrogatorio di garanzia.