Ovindoli. Si inaugura oggi il primo dei tre lotti previsti nel progetto di ampliamento degli impianti sciistici e delle relative piste del complesso della Magnola, nel Comune di Ovindoli. Le nuove infrastrutture sciistiche, che godono di un finanziamento pubblico di ben 13 milioni di euro della Regione Abruzzo, erano state progettate fin dal 2016, dopo l’abbandono del faraonico progetto di collegamento della stazione sciistica della Magnola con quella di Campo Felice attraverso i Piani di Pezza ed altre aree tutelate al massimo livello.
“Nel mese di aprile del 2023 Appennino Ecosistema”, hanno dichiarato i membri dell’associazione ambientalista Appennino Ecosistema, “aveva presentato ricorso alla Commissione Europea contro l’autorizzazione alla realizzazione dei nuovi impianti, prima annullata dal T.A.R. Abruzzo nel 2022 e poi riabilitata dalla sentenza del Consiglio di Stato n. 2279/2023, quest’ultima piena di argomentazioni palesemente irragionevoli ed agiuridiche”.
“Il ricorso era basato sul fatto che l’autorizzazione rilasciata dalla Regione Abruzzo fosse da ritenersi palesemente illegittima ed in contrasto con la normativa europea, in quanto adottata non in conformità con le procedure europee e nazionali che regolamentano la Valutazione di incidenza ambientale. Nel documento ufficiale inviato alla Commissione Europea si leggeva infatti che “non è stata rispettata né la procedura autorizzativa prevista dall’art. 6, c. 3 della Dir. 92/43/CEE Habitat, in quanto non è stata acquisita la certezza che la realizzazione del progetto non pregiudicasse l’integrità del sito, né quella prevista dall’art. 6, c. 4 , in quanto nel caso di incidenza significativa su habitat o specie indicati come prioritari negli Allegati I e II alla stessa Direttiva per autorizzare la realizzazione del progetto possono essere addotte soltanto considerazioni connesse alla salute dell’uomo ed alla sicurezza pubblica o anche, ma in questo caso previo parere obbligatorio e vincolante della Commissione Europea, altri motivi imperativi di rilevante interesse pubblico”, situazioni chiaramente al di fuori delle motivazioni dell’intervento proposto. L’autorizzazione, inoltre, era stata rilasciata senza acquisire il parere (obbligatorio anche se non vincolante) del Reparto Carabinieri Biodiversità di Castel di Sangro (Autorità di gestione dell’attigua Riserva Naturale Statale “Monte Velino”), come previsto dalle normative nazionali di recepimento della Direttiva Habitat. La Commissione Europea, sollecitata in proposito, ha risposto ad Appennino Ecosistema che sta considerando il ricorso presentato nell’ambito della procedura di pre-infrazione EU Pilot 6730/14, relativa a moltissimi altri casi di violazione da parte dell’Italia di quanto prescritto dalla Direttiva UE Habitat.
L’area dove si prevede di realizzare i nuovi impianti è interamente compresa nell’area della Rete UE Natura 2000 ZPS IT7110130 “Sirente Velino” ed è al confine con la ZSC IT7110206 “Monte Sirente e Monte Velino”, ove sono presenti gli habitat prioritari di prateria n. 6230* e 6210*, gli altri habitat di interesse UE n. 4060, 6170 e 8120 e numerose specie di interesse UE, tra le quali Vipera ursinii, Gyps fulvus, Aquila chrysaetos, *Canis lupus (specie prioritaria) e Alectoris graeca, tutte ben note ed oggetto di ricerche e monitoraggi scientifici da oltre trent’anni”.
“L’Associazione”, dichiara il Presidente di Appennino Ecosistema, il giuri-ecologo Bruno Petriccione, “aveva chiesto alla Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea di aprire un caso che portasse ad una procedura di infrazione contro l’Italia per palese violazione della Direttiva Habitat, cui si potrebbe giungere, in quanto tutti i gradi di giudizio previsti dalla giurisdizione nazionale sono stati esauriti. Se il ricorso fosse accolto, la Commissione Europea inviterà l’Italia a sospendere le autorizzazioni ed a bloccare i relativi lavori; in caso di mancata ottemperanza, la Corte di giustizia dell’Unione Europea potrebbe condannare l’Italia alla decurtazione di ingenti contributi UE, che sarebbero sottratti a quelli destinati alla Regione Abruzzo in base ad altri programmi dell’Unione Europea”.