Avezzano. È stata inaugurata questa mattina la Casa d’Accoglienza destinata all’ospitalità di detenuti, ex-detenuti e loro famiglie, sita in via Garibaldi ad Avezzano. Il vescovo dei Marsi, Pietro Santoro, il sindaco Gianni Di Pangrazio e il cappellano e direttore del servizio diocesano di pastorale penitenziaria, don Francesco Tudini, hanno tagliato il nastro. All’inaugurazione ha partecipato a anche il direttore del carcere di Avezzano, Anna Angeletti, il personale dell’area pedagogica e due detenuti.
Don Francesco Tudini presidente associazione liberi per liberare e responsabile della pastorale carceraria di tutto l’Abruzzo e il Molise ha ringraziato “tutti quelli che hanno incoraggiato e hanno contribuito alla realizzazione di questa struttura che nasce nel tempo a conclusione di un progetto di volontariato volto ad accompagnare o detenuti e le loro famiglie. Abbiamo fatto tante esperienze”, ha affermato, “affittando delle abitazioni e facendo una convenzione con delle strutture ricettive. Poi abbiamo pensato a questa opportunità. Diciamo che è una struttura aperta anche alle altre necessità. Ringrazio la diocesi, il Senato e la fondazione Carispaq. Il diritto di superficie c’è stato dato dal Comune che ringraziamo”.
“Il carcere non si chiama più così ma casa proprio perché si vuole dare un concetto diverso”, ha aggiunto la direttrice del carcere Anna Angeletti, “questa è una casa a custodia attenuata per i processi rieducativi. Il nostro è un istituto piccolo dove ci conosciamo e riusciamo anche a parlare. Ma queste persone spesso non hanno un posto dopo dove tornare. Questo è un posto di reinserimento. A Regina Coeli le persone non vogliono uscire perché non sanno dove andare. Questo invece è un ponte, una possibilità concreta di rieducazione e reinserimento sociale. Un grande segno di civiltà”.
Un detenuto, in rappresentanza della casa, ha ringraziato “tutte le persone che hanno reso possibile la realizzazione di questo progetto. Molto spesso le difficoltà per noi iniziano quando finisce la detenzione e restiamo orfani di affetti. Non ci sono parole per definire l’immensa umanità di questa opera”.
“Siamo riusciti a portare a termine questa struttura a termine di un lungo percorso reso possibile grazie alla partecipazione di tante forze”, ha sottolineato il sindaco Gianni Di Pangrazio, “facendo sinergia si è riusciti ad avere questo importante risultato di cui possiamo vantarci. Quando si segue la strada della rieducazione e delle bontà non possiamo che essere soddisfatti”.
Tutto ciò è stato possibile grazie alla sinergia di Croce Rossa, Comune e Istituto Sacro Cuore. “La presenza di così tanta gente”, ha evidenziato il vescovo, “oggi esula da semplici oneri di rappresentanza. Questa struttura è nata dal cuore di credenti della pastorale marsicana. Ed è proprio questo che detterà le regole per gestire questa struttura. Ho apprezzato la lettera dei detenuti che pongono l’accento sulla solitudine. Chi troviamo quando usciamo? Papa Francesco ci ha detto che dobbiamo metterci accanto alle periferie esistenziali. La diocesi qui ha dato 230mila tramite l’8 per mille. La solidarietà”, ha concluso, “ha sempre i piedi scalzi. Diffido da chi è solidale e ha sempre le mani in tasca. Qui dentro dobbiamo sentirci tutti partecipi, armiamoci di grande speranza e di una carica di passione”. Un grazie corale è stato dato a suor Benigna.
Presente all’inaugurazione anche Luigi Lusi, ex senatore, che in qualità di vice Presidente della commissione Bilancio del Senato si adoperò per far finanziare con 150mila euro la casa di via Garibaldi.”
La casa di accoglienza nasce su un bene confiscato nel 2006, con sentenza della Corte di Cassazione di Roma, per evasione fiscale, ad una famiglia che aveva praticato attività di prestito di denaro a tassi usurai. Nel dicembre 2009 il bene è stato trasferito dall’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la gestione dei Beni Sequestrati e Confiscati all’Ente territoriale di competenza, il Comune di Avezzano, con dichiarata finalità di uso per scopi sociali.
Nel 2010 ne ha fatto richiesta l’Associazione Liberi per liberare, patrocinata dalla Diocesi di Avezzano, per destinarla all’accoglienza e ai servizi per ex-detenuti, detenuti in misure alternative al carcere e loro famiglie. Le prassi amministrative, durate oltre tre anni, hanno constatato che il bene era inagibile, e quindi andava demolito; all’Associazione Liberi per liberare non poteva essere concesso il bene, ma l’esclusivo diritto di superficie; la durata della concessione del bene all’Associazione non poteva superare trent’anni, rinnovabili ma alla condizione che vengano mantenute le finalità istitutive della concessione. Il progetto è stato rivisitato e sono state impegnate nuove e importanti risorse da parte della Diocesi di Avezzano, affiancate all’elargizione concessa dal Senato della Repubblica, per provvedere prima alla demolizione del fabbricato, poi, giusto permesso a costruire del 05.02.2014 rilasciato dal Comune di Avezzano, alla ricostruzione di una nuova struttura.
Per l’assegnazione dei lavori viene richiesto alle ditte appaltanti, come clausola accessoria, la disponibilità alla formazione sul campo di un ex-detenuto, che sta ricostruendo la sua vita sulla via della legalità, partendo dal lavoro. I lavori di ricostruzione hanno avuto inizio il 24 marzo 2014 e si sono conclusi nel novembre 2016. Attualmente la struttura è dotata di 12 posti letto, cucina, refettorio, sala riunioni, studio e lavanderia. Segno tangibile dei percorsi di Misericordia della comunità diocesana, la casa di accoglienza intende offrire sostegno e accompagnamento per affrontare le problematiche psicologiche ed esistenziali che investono persone coinvolte in percorsi penali: un ponte fra il carcere e i servizi del territorio, un momento di transizione durante il quale la persona può ristrutturarsi e tornare alla società come cittadino.