Avezzano. È durato oltre sette ore l’interrogatorio di garanzia al senatore Luigi Lusi, nel carcere di Rebibbia, dove da quattro giorni è detenuto. Secondo alcune fonti di piazzale Clodio «Il quadro accusatorio si è rinforzato ed è stato corroborato da dettagli che ora dovranno essere esaminati». L’ex tesoriere della Margherita, ascoltato dal gip Simonetta D’Alessandro, ha iniziato a raccontare la sua versione sui tanti soldi pubblici mancanti in cassa. Ha parlato di un sistema; sarà ora la Procura a fare i dovuti riscontri. I difensori del senatore riferiscono degli aspetti formali dell’interrogatorio di garanzia. «Lusi ha risposto a tutte le domande ed era sereno. Per l’istanza di scarcerazione se ne riparlerà la prossima settimana». Ma non rivelano se l’ex tesoriere della Margherita abbia fatto nomi dei politici. «Dal 2001 al 2007 — ha detto Lusi davanti a gip e pm — il controllo che operavo sui bilanci del partito era regolare e rigoroso e riguardava una verifica accurata di tutte le entrate e le uscite. Dal 2007 in poi, cioè da quando il partito si scioglie, il mio è stato solo un controllo formale e non riguardava le entrate e le uscite». Il senatore ha ricordato il “patto spartitorio”, sottolineando «che tutti gli investimenti immobiliari da lui fatti, sono stati fatti per conto della corrente rutelliana e in virtù di un patto fiduciario con tale corrente per fare rientrare i soldi in questa maniera». Secondo quanto si è appreso, il senatore avrebbe ammesso che in questo meccanismo di gestione poco accurata dei bilanci si sarebbe anche lui appropriato di somme di denaro. Ma ha più volte sottolineato che la stragrande maggioranza degli acquisti di immobili sono stati fatti proprio in virtù del patto con la corrente dell’ex presidente Dl Rutelli. Non si è fatta attendere la reazione di Francesco Rutelli: «Se è vero che ha detto di aver concordato con ‘corrente rutelliana’ le operazioni di ladrocinio a beneficio personale e dei suoi familiari, significa che Lusi vuol fare la fine di Igor Marini». Marini fu condannato a 10 anni di carcere anche per calunnia a danno di Rutelli. Gianluca Rubeo