Avezzano. Vivono in sette, con quattro bambini nella casa popolare di cinque stanze. Tra loro un invalido totale, un portatore di handicap con la sindrome di Down anche malato e dei bambini con disabilità. E’ questa la situazione di una famiglia marsicana costretta a vivere in condizioni disumane e che da anni chiede agli enti preposti una sistemazione più dignitosa.
Un appartamento di circa 80 metri quadrati e una situazione surreale. La camera da pranzo ha per metà le sembianze di una camera da letto, e per metà quelle di una stanza di ospedale. Al posto del divano c’è il letto, a posto della credenza una sedia a rotelle, e sul tavolo insieme alle cornici con le foto di famiglia ci sono medicamenti e medicine. A un lato della stanza c’è il ragazzo malato, che ha bisogno di terapie continue. La flebo è attaccata al lampadario con una stampella per indumenti. Poi in casa ci sono il capofamiglia, con invalidità al 100 per cento, la moglie e quattro figli piccoli con disabilità.
Nelle due camerette ci sono le femminucce in una e i maschietti nell’altra, mentre nella camera matrimoniale i coniugi. E’ questo l’alloggio popolare dell’Ater dove vive ormai da anni la famiglia marsicana. “L’appartamento”,secondo un esposto presentato alla Procura, “si trova al primo piano ed è inadeguato rispetto alle esigenze della famiglia considerato che il giovane cognato disabile dorme in un vano della sala da pranzo perché non ha una propria camera disponibile”. Una situazione drammatica. I due coniugi lavorano saltuariamente. Lui cerca di fare quello che può nonostante l’invalidità, ma deve accudire il cognato. Lei si dà da fare in ogni modo, ma deve anche pensare ai quattro figli. La famiglia deve far fronte a tutta questa drammatica situazione con un budget esiguo. Oltre all’invalidità civile di accompagno del ragazzo, la famiglia vive con 290 euro di invalidità del capofamiglia e con una reversibilità dell’anziano genitore morto di 490.
La famiglia però denuncia che nella stessa palazzina è stato assegnato un alloggio più grande e con una camera matrimoniale in più a una famiglia composta da una sola persona, che oltretutto non vivrebbe stabilmente nell’alloggio. Al riguardo è stata presentata una denuncia alla procura della Repubblica. “Durante il sopralluogo dei vigili e della commissione Ater del comune”, racconta l’uomo, “hanno convocato e sentito tutti i condomini per verificare l’esistenza dei presupposti di legge per abitare in quell’alloggio. Ma io non sono stato mai convocato”. Per tale motivo è stato chiesto alla Procura di verificare la situazione in quella palazzina anche alla luce della urgenza di ottenere un appartamento più idoneo.