Avezzano. L’impianto irriguo del Fucino torna al centro del dibattito nella Marsica. Questa volta ad alzare i toni è il primo cittadino di Celano, Settimio Santilli, che ha chiesto lumi sul progetto di cui oggi nessuno più parla e si è detto pronto a continuare, anche solo, una battaglia per un servizio fondamentale per l’economia e il futuro dell’orto più grande d’Italia.
“Non mi interessa se sono l’unico a continuare questa battaglia”, ha precisato Santilli, “nel 2017, più o meno di questo periodo, in un tavolo regionale molto accesso e animato, fui aspramente criticato perché ero l’unica voce fuori dal coro ed osai già solo farla sentire, chiedendo tempi certi per la realizzazione dell’impianto irriguo nel Fucino. Ad oggi, luglio 2019 tutto tace, quando invece si doveva già esser a buon punto secondo tutti, tranne uno.
Il crono programma delle fasi attuative, che doveva essere recepito da ARAP e Consorzio di bonifica, prevedeva l’approvazione del progetto entro giugno 2018, la fattibilità tecnico economica entro il 31/12/18, la progettazione definitiva e lo studio di impatto ambientale entro il 31/3/19, la procedura VIA e l’ottenimento delle autorizzazioni entro il 31/7/19, il progetto esecutivo e l’avvio della fase di approvazione definitiva con l’appalto delle opere entro il 30 novembre 2019.
Queste date le avete dichiarate voi, non i sindaci! A che punto siamo? Non ho alcun motivo di dubitare che le date siano rigorosamente rispettate, ma le vogliamo vedere con i nostri occhi. Continuo ad affermare, se non si vuol perdere ulteriore tempo, che l’unico ente in grado di sbrogliare la matassa sia l’Autorità di Bacino Liri-Garigliano, presieduta dalla dott.ssa Vera Corbelli che ha la struttura tecnica adatta per un progetto così complesso. Continuerò ad essere una voce fuori dal coro, ma questa voce la farò sentire fino alla fine.
L’impianto irriguo nel Fucino, si deve fare, perché il territorio ne ha estremo bisogno ed è un sacrosanto diritto degli agricoltori.
L’ente gestore delle acque del Fucino piuttosto che scaricare, come tutti gli enti sovracomunali le colpe ai dannati sindaci, erudisca gli agricoltori consorziati sulle attività che ha svolto in più con l’aumento del ruolo di circa il 30% nel 2018, quali cambiamenti e miglioramenti sono stati attuati in tema di manutenzione e gestione dei canali irrigui.
Lasciate in pace, e piuttosto sostenete i sindaci che sono l’unico baluardo della politica, nel bene e nel male, su cui si aggrappano ancora i cittadini.
Non fate altro che gettargli la croce addosso tutti i giorni su ogni cosa, in maniera ignobile. L’uniformazione dei sindaci a uno stop all’irrigazione, sta semmai in una ordinanza univoca di tutti i comuni e non a macchia di leopardo con orari e giorni diversi e il consorzio di bonifica dovrebbe soprintendere a questo e non da ora e lo ripeto in primavera, ma ormai”.