San Benedetto dei Marsi. “La società Biometano Energy srl, promotrice di un impianto per la produzione di biometano da sottoprodotti agricoli a Collarmel, ha appreso dalla stampa con viva sorpresa dell’esistenza di una denuncia penale, per falso ideologico in atto pubblico, che sarebbe stata presentata da parte dei carabinieri di Collarmele contro la propria rappresentante legale e contro altri titolari di imprese agricole del territorio del Fucino che hanno sottoscritto contratti per la fornitura di sottoprodotti all’impianto. Non possiamo confermare queste informazioni non avendo ricevuto alcun avviso di garanzia. Ma possiamo esprimere il nostro sconcerto per questa notizia, che venga confermata o meno”, dichiara la società.
“In realtà sapevamo che erano in corso, da alcune mesi, due diversi filoni di indagini da parte dei carabinieri, conseguenti ai due esposti che erano stati presentati quasi contemporaneamente: uno dal “Comitato Anti biometano” ed uno dalla nostra società. Nell’esposto del Comitato (come da loro annunciato) si lamentava soprattutto il fatto che i contratti di approvvigionamento potessero essere artefatti. Nel nostro esposto si lamentava al contrario il fatto che numerosi nostri fornitori erano stati contattati da soggetti evidentemente interessati a non far realizzare l’iniziativa, con velate minacce per indurli a ritirarsi dai contratti di fornitura già sottoscritti e ad abbandonare ogni collaborazione con la nostra iniziativa”.
“Vorremmo con questo comunicato stampa fare alcune affermazioni, di cui ovviamente ci assumiamo tutta la responsabilità civile e penale: nessun socio o rappresentante della Biometano Energy srl ha mai falsificato alcun contratto di approvvigionamento (né alcun altro documento presentato a supporto della domanda di autorizzazione dell’impianto per la produzione di biometano), né ha mai complottato con alcuna persona per falsificare alcun documento o contratto. La Biometano Energy ha presentato, nel 2019, ben 23 contratti di fornitura alla regione, che complessivamente coprono il 100% dei fabbisogni dell’impianto. Attendiamo, sempre con grande fiducia nella magistratura, di ricevere informazioni ufficiali sulle irregolarità che sarebbero state riscontrate in 5 di questi contratti e siamo disponibili a rispondere a tutte le domande e contestazioni. Gli altri 18 contratti di fornitura, che sappiamo dagli interessati essere stati controllati anch’essi e che non vengono citati come oggetto di contestazione di alcun genere, possono soddisfare ampiamente i requisiti richiesti dalla regione Abruzzo, che richiedeva in fase di autorizzazione di poter dimostrare contrattualmente almeno il 70% di approvvigionamento dell’impianto. 5) Successivamente al rilascio dell’autorizzazione (per la costruzione dell’impianto), la nostra società ha ricevuto numerose altre offerte di approvvigionamento, sempre da ben conosciuti e referenziati produttori locali, che si sono dichiarati disponibili ad integrare e/o sostituire, laddove possibile, eventuali necessità di approvvigionamento dell’impianto. || loro interesse è infatti quello di partecipare ad una “filiera” che garantisca una gestione ambientalmente sostenibile dei sottoprodotti che producono”.
“Proprio in conseguenza delle richieste pervenute dai produttori locali, Biometano Energy si è fatta carico nelle scorse settimane di contattare le amministrazioni comunali di Collarmele, Pescina e S. Benedetto dei Marsi, a cui dopo brevi contatti informali è stata indirizzata formalmente una proposta di accordo stragiudiziale di chiusura del contenzioso aperto presso il TAR Abruzzo, che verrà discusso nel prossimo mese di maggio 2021. Nella nostra proposta si prevede di: elaborare assieme a tecnici incaricati dalle amministrazioni comunali, appositi protocolli di monitoraggio, per il controllo di eventuali potenziali emissioni dell’impianto e sull’eventuale potenziale impatto olfattivo, a garanzia della popolazione e dell’ambiente. Elaborare con l’appoggio delle amministrazioni comunali un progetto per la costruzione, a totale carico della Biometano Energy, di un impianto di fertirrigazione sotterraneo che servirà una superficie di circa 500 ettari di terreni coltivabili del Fucino, messi a disposizione su base volontaria dalle aziende agricole locali. Lo scopo è quello di consentire ai coltivatori che lo hanno richiesto di ricevere un ottimo fertilizzante liquido senza il disagio dei trasporti su gomma e senza creare pressioni sui terreni. Il sistema di fertirrigazione renderà disponibile una quantità di liquido fertilizzante di circa 70.000 mc, per fini sia fertilizzanti che irrigui, andando quindi ad integrare le risorse idriche locali (e di eventuali bacini idrici esistenti o ancora da costruire, annoso problema del Fucino)”.
“Il fine ultimo di questa proposta è quello di trovare, insieme alle amministrazioni pubbliche locali e contando sul sostegno già ricevuto da buona parte del mondo agricolo fucense, la miglior collaborazione possibile per integrare l’attività di un impianto che, come già affermato in conferenza dei servizi dai tecnici della regione, è destinato a migliorare la qualità dell’aria e dell’ambiente nella piana del Fucino”.