Avezzano. E’ ufficiale, la Regione pubblica sul bollettino ufficiale (Bura) l’ok del Comitato di coordinamento regionale per la Valutazione di impatto ambientale alla realizzazione dell’impianto a biomasse della Powercrop che nascerà a Borgo Incile. Da ora sarà possibile presentare le osservazioni contro il progetto, cche è stato già contestato da residenti e dal Comune. Il Comitato per il Via, aveva già analizzato la documentazione nel mese di settembre 2010, esprimendo parere favorevole alla realizzazione del progetto, ma con delle prescrizioni. Powercrop, prima di iniziare a costruire, dovrà però installare una stazione per il monitoraggio della qualità dell’aria in modo che sia conforme alla legge secondo le indicazioni dell’Agenzia regionale per la tutela dell’ambiente (Arta). L’azienda dovrà inoltre predisporre una relazione annuale. Dopo anni di polemiche e proteste, ora c’è l’ufficialità della Regione e ora, se pur con le due prescrizioni, il progetto della Powercrop potrà partire concretamente. Sulla vicenda è però ancora in atto un ricorso al Tar del Comune. Il progetto consiste nella realizzazione di una centrale elettrica alimentata a biomasse, con una potenzialità termica di 885 MWt (Megawatt), e di un elettrodotto di 150 Kv (Kilowatt) per esportare l’energia prodotta. La struttura nascerà a due chilometri dalle abitazioni di Avezzano e oltre a Borgo Incile, nella zona sono presenti la Riserva naturale del monte Salviano, Sito di interesse comunitario (Sic), come anche il quello del vicino monte Arunzo. L’area occupata sarà di 142mila metri quadrati e la centrale sarà alimentata da cippato di pioppo e residui forestali. Parte del Fucino, secondo le previsioni dell’azienda, dovrebbe passare dagli ortaggi a colture non destinate all’alimentazione, le cosiddette coltivazioni “no food”. L’amministrazione di Avezzano, che aveva respinto il progetto, e i cittadini, temono che l’azienda possa avere difficoltà a reperire il legno per poi riconvertire lo stabilimento in un sistema inquinante. Un’ipotesi però smentita duramente a più riprese dalla Powercrop anche di riconversione dei terreni già coltivati a bietola. Un altro obiettivo a cui fa riferimento l’azienda è quello di salvaguardare l’occupazione della maestranze con il reimpiego dei lavoratori dell’ex zuccherificio che altrimenti si ritroverebbero senza lavoro. A febbraio 2006 ci fu la cassa integrazione per cento dipendenti e venne approvata la legge 80 che regolamenta le riconversione del settore bieticolo. A Celano furono assegnati 45 milioni di euro per smantellamento, ammortizzatori sociali e riconversione. A novembre del 2007 ci fu il protocollo d’intesa tra la società Sadam e il governo italiano e a settembre dello stesso anno la firma per la riconversione con l’impianto a biomasse. Fino a oggi, però, non è stato avviato alcun lavoro di ristrutturazione e riconversione dello stabilimento, né si è dato il via alla realizzazione dell’impianto di cui si occuperà la Powercrop.