San Benedetto dei Marsi. Lidio Di Cioccio, per lungo tempo assistente di laboratorio nell’istituto agrario A. Serpieri di Avezzano, con il tanto tempo a disposizione durante la quarantena ha ideato un fantasioso innesto, chiamato “innesto chiodato” o “innesto stoppato”. Impariamo dal suo video come realizzare quest’innovativo innesto su un melo con l’utilizzo di un semplice trapano elettrico.
Si comincia con la scelta della parte del ramo su cui si vuole effettuare uno o più fori di innesto dove la corteccia si presenta liscia e giovane, ma anche sul tronco dell’albero sul quale si vogliono far crescere altre varietà di frutta. Gli arnesi occorrenti sono quelli utili per le comuni manutenzioni domestiche o da hobbistica: un martello, una fustella per incidere la corteccia dell’albero e ricavarne una rondellina (va bene anche un tubicino con bordino circolare, levigato con carta vetrata) trapano elettrico con relativa punta dello stesso diametro della fustella 6-8 millimetri, un cacciavite e una vite a legno con cui estrarre la rondellina di corteccia.
Ci si munisce di un ramo di melo di un anno appena reciso, liscio e dritto, del diametro di poco superiore a quello della punta del trapano. Con un qualsiasi coltello ben levigato, si asporta un anellino di corteccia per una profondità di 6/8 millimetri. A questo punto il ramo viene accorciato e ridotto a talea con due o tre gemme per una lunghezza di circa 8/10 centimetri e inserito con l’ausilio del martello, nel foro profondo 10 millimetri, precedentemente effettuato dal trapano sul tronco del melo da innestare.
Un buon mastice da innesto completa l’operazione dell’artigiano, non necessariamente provetto innestatore.
Il video che segue rende più comprensibile questa insolita e curiosa esperienza maturata durante le lunghe giornate di quarantena. Lido Di Cioccio