Avezzano. Questa mattina il vescovo Giovanni, si è recato nella Casa Circondariale di Avezzano per assistere alla rappresentazione teatrale “I promessi sposi .. .in scena”. La rappresentazione è stato l’evento conclusivo del laboratorio «L’italiano in scena» realizzato dal CPIA nell’ambito delle attività d’istruzione svolte in favore della popolazione detenuta. Sono stati coinvolti unitamente ai detenuti e ai docenti che hanno condotto il laboratorio, anche alcuni componenti dell’Associazione culturale «Je concentraménte», nonché alcuni dipendenti dell’amministrazione penitenziaria. Nella foto anche il cappellano del carcere don Francesco Tudini.
“Carissimi, è con profonda gioia e sincera commozione che porgo il mio saluto a tutti voi qui presenti – detenuti, docenti, operatori dell’amministrazione penitenziaria, membri dell’Associazione culturale “Je Concentramente” – in occasione di questa significativa rappresentazione teatrale ispirata a “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni”. Ha dichiarato il vescovo Massaro.
“Quest’opera, profondamente radicata nella nostra tradizione culturale e spirituale, parla di dolore e redenzione, di ingiustizia e speranza, di fede e perseveranza. Non poteva esserci cornice più adatta di questa Casa Circondariale per accoglierla e viverla, perché proprio qui, dove la vita sembra essere sospesa, germogliano in silenzio i semi di una possibile rinascita. Il teatro diventa oggi voce, dignità, possibilità di espressione e, soprattutto, spazio d’incontro tra le storie di ciascuno. La presenza dei docenti del CPIA, dei volontari, degli operatori e di tutta la comunità coinvolta in questo progetto testimonia che la cultura, l’istruzione e l’arte non sono un lusso, ma strumenti di liberazione interiore, capaci di illuminare anche le stanze più buie dell’esistenza. Il carcere non deve essere solo luogo di pena, ma spazio di ricostruzione della persona, laboratorio di umanità, terreno in cui, attraverso l’impegno, il dialogo e il perdono, si può davvero rinascere. Ogni passo compiuto in questa direzione è un passo verso la giustizia vera, quella che riconosce la dignità di ogni uomo e dona fiducia in un futuro possibile. A tutti voi, dunque, il mio ringraziamento più sincero per aver creduto in questo cammino. Che l’esperienza teatrale che oggi condividete sia per ciascuno non solo un traguardo, ma anche un nuovo inizio”.