Avezzano. Il presidente dell’associazione italiana dei giovani avvocati (Aiga) Luigi Ranalletta, lancia un grido combattivo verso quelle avversità che si stanno verificando per il tribunale di Avezzano, motivandone così le tristi conseguenze, “La scarnificazione della città di Avezzano è in corso. Il 14 settembre 2022 il tribunale di Avezzano verrà soppresso, perché una legge dello stato, in palese violazione dell’art.5 della Costituzione e, col pretesto di risparmiare, lo accorperà a quello dell’Aquila. Non è vero che si risparmierà. Non dovete credere a chi lo sostiene. Sarà il cittadino invece a sopportare i maggiori costi per potersi difendere o per potere vedere riconosciuti i suoi diritti, maggiori oneri da sopportare per recarsi all”Aquila, maggiori oneri per pagare le spese legali. Già questo basterebbe a dovere indignare tutta la comunità che pare invece non rendersi conto del grave e irreversibile danno che la Marsica subirà, scambiandolo per un danno che subiranno i soli avvocati. E allora, il valore degli immobili si abbasserà di un buon trenta per cento, con enorme danno per le famiglie che pagano il mutuo contratto a prezzo pieno e, per i proprietari che subiranno richieste di abbassamento dei canoni di affitto.
I negozi e i locali pubblici subiranno una contrazione del fatturato, perché testimoni, dipendenti del tribunale, avvocati, utenti del sistema giustizia non affolleranno più il centro. Ben presto Avezzano, la quale ha già sostanzialmente perso la sua zona industriale, fiore all’occhiello negli anni ottanta e novanta, diverrà una città dormitorio, diventerà di fatto parte dell’ampio hinterland romano e, così, tornerà solo la sera a dormire, come ad esempio Pomezia, basterà potenziare i trasporti su rotaia. Del resto, nessuna impresa vorrà investire in un luogo privo di un facile accesso alla giustizia, per tutelare eventualmente i propri diritti, aumenterà il già diffuso senso di abbandono istituzionale in una terra già martoriata dalla criminalità organizzata (le cosiddette agromafie).
In una parola, aumenteranno le differenze abbienti e indigenti, la giustizia diverrà appannaggio di coloro che possono accedervi, con incremento della ingiustizia sociale e frustrazione irreversibile del principio di inclusione sociale che passa anche dal potere, esercitare agevolmente i basilari diritti di natura, fra i quali c’è quello di difendersi e agire a tutela dei propri diritti. E allora la battaglia per la salvezza del tribunale dovrebbe essere di tutti. Esercenti, imprenditori, artigiani, commercianti, proprietari di locali commerciali, tutti dovremmo andare a farci sentire a Roma, in protesta permanente! Stiamo lasciando ai nostri figli, nella indifferenza generale, una valle di lacrime. Come avvocato e come presidente della sezione avezzanese di Aiga non posso non gridare ogni giorno la mia indignazione, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica”.