Avezzano. Il Tribunale, in composizione collegiale, nelle persone dei giudici Maria Proia – presidente estensore -, a latere Francesca Greco e Caterina Lauro, ha riconosciuto con sentenza a Francesca, ragazza avezzanese di 27 anni, il diritto alla rettifica di nome e sesso su tutte le certificazioni anagrafiche, autorizzando al contempo l’intervento chirurgico di riassegnazione del sesso, non ancora eseguito.
La pronuncia si inserisce all’interno di un consolidato orientamento giurisprudenziale, scaturito da due sentenze della Corte di Cassazione e della Corte Costituzionale del 2015, recepito uniformemente dai giudici di merito e dallo stesso Tribunale di Avezzano, in un precedente risalente a tre mesi fa, riguardante il caso opposto di una transizione da donna a uomo.
È stato evidenziato, in diritto, che “la prevalenza della tutela della salute dell’individuo sulla corrispondenza fra sesso anatomico e sesso anagrafico, porta a ritenere il trattamento chirurgico non quale prerequisito per accedere al procedimento di rettificazione, bensì come possibile mezzo, funzionale al conseguimento di un pieno benessere psicofisico“.
Resta ferma, tuttavia, ai fini della rettificazione anagrafica, “la necessità di un accertamento rigoroso non solo della serietà e univocità dell’intento, ma anche dell’intervenuta oggettiva transizione dell’identità di genere, emersa nel percorso seguito dalla persona interessata, che corrobora e rafforza l’intento così manifestato”, dovendosi escludere, al contrario, che “il solo elemento volontaristico possa rivestire prioritario o esclusivo rilievo ai fini dell’accertamento della transizione”.
Nel caso di specie, le relazioni psicologiche e medico-endocrinologiche prodotte in giudizio da Francesca, assistita dall’avv. Silvia Tiburzi, sono state ritenute dal Collegio idonee a dimostrare la serietà, l’univocità e la definitività della transizione di genere.
Il percorso di transizione è iniziato nell’estate 2020, quando Francesca, conclusi gli studi universitari, ha trovato la forza di iniziare a vivere e ad esprimersi nel genere femminile, da sempre sentito proprio. Un anno fa, invece, dopo un percorso psicologico durato alcuni mesi, l’inizio della terapia ormonale femminilizzante. Attualmente, la ragazza vive ad Avezzano ed è perfettamente integrata e riconosciuta in ambito familiare, sociale e lavorativo.
“Questa sentenza rappresenta per me un motivo di orgoglio ed una grande vittoria. Sancisce il riconoscimento formale della mia identità, affermata mediante un percorso di vita non semplice, durato anni, portato avanti con convinzione e speranza, nonostante le difficoltà. Mi auguro, attraverso il racconto della mia esperienza, di contribuire ad abbattere gli stereotipi, l’ignoranza ed i pregiudizi, in gran parte infondati, nei confronti delle persone trans”, dichiara Francesca.
L’avv. Silvia Tiburzi, che l’ha accompagnata e sostenuta nell’iter giudiziario, aggiunge: “sono soddisfatta della celerità con cui il Tribunale di Avezzano, in composizione collegiale, si è pronunciato sulle domande di Francesca. Assistere le persone in questo tipo di processi mi gratifica particolarmente, perché le accompagno mano nella mano verso l’ingresso di una nuova vita.”